Avv. Giuseppe Croari – Dott. Salvatore Benigno
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Nel 2020, nel più generale quadro del Green Deal europeo, la Commissione Europea aveva presentato il proprio Piano d’Azione per l’Economia Circolare e fissato i primi termini per le azioni da intraprendere verso un’Europa Green.

Poi, poco più di un anno fa, l’Unione Europea ha avviato un procedimento legislativo contro il Fast Fashion presentando un pacchetto di proposte con il dichiarato intento di rendere l’economia europea sostenibile e fondata su un modello di business circolare, e i prodotti in commercio all’interno dell’Europa eco-compatibili.

Tale iniziativa non poteva non coinvolgere il settore del Tessile, considerato ad alto impatto ambientale a causa delle risorse impiegate e della scarsa percentuale di riciclaggio.
Così, tra le proposte ne troviamo una dedicata proprio al settore della Moda, intitolata “Strategia UE per Tessuti Sostenibili e Circolari” (SSCT – Strategy for sustainable and circular textiles).

Azioni chiave
La SSCT – Strategy for sustainable and circular textiles dell’UE ha individuato 6 azioni chiave per trasformare l’Industria tessile in un’Industria ecologicamente neutra:

  1. Introduzione di specifiche vincolanti di progettazione eco-compatibile (ecodesign);
  2. Porre fine alla distruzione dei tessuti invenduti o resi;
  3. Lotta contro l’inquinamento da microplastiche;
  4. Introduzione di obblighi di informazione e di un passaporto digitale dei prodotti;
  5. Autodichiarazioni ambientali per prodotti tessili realmente sostenibili;
  6. Responsabilità estesa del produttore e promozione del riutilizzo e del riciclaggio dei rifiuti tessili.

Già a metà strada

È già in corso il procedimento legislativo persuperare la precedente disciplina dettata dalla direttiva 2009/125/CE, e trasformare il piano d’azione del SSCT da programma a realtà, creandoun quadro giuridico che disciplini il settore del Tessile in modo green e uniforme su tutto il territorio Europeo.

Infatti, insieme con la SSCT, la Commissione Europea ha presentato una proposta di regolamento sulla progettazione eco-compatibile di prodotti sostenibili (ESPR, Ecodesign for Sustainable Products Regulation).

L’ESPR prevede:

  • il conferimento alla Commissione di adottare atti delegati con i quali individuare specifiche di progettazione che garantiscano la durabilità, riparabilità e riciclabilità dei prodotti;
  • l’obbligo per i produttori di dichiarare la conformità alla normativa delegata;
  • l’introduzione di un passaporto digitale contenente tutte le informazioni prescritte dal legislatore europeo;
  • divieti e obblighi informativi relativi alla distruzione di prodotti invenduti.

Sebbene all’interno dell’ESPR manchi un riferimento alla responsabilità estesa del produttore, non bisogna pensare che tale azione rimanga un mero punto programmatico. La Commissione ha infatti preannunciato che verranno proposte norme armonizzate in materia di responsabilità estesa nell’ambito della revisione alla direttiva quadro sui rifiuti (Direttiva 2008/98/CE), la cui proposta è attesa per la seconda metà del 2023.

Fast Fashion Out of Fashion

È lo slogan della politica UE nel Tessile: la Commissione non ha mascherato l’intento di «rendere la Moda rapida fuori Moda».

L’utilizzo di prodotti sintetici realizzati con l’utilizzo di fonti fossili, la frequenza con cui vengono prodotte nuove collezioni, la poca resistenza e durevolezza dei prodotti realizzati, sono tutti motivi che hanno spinto l’Europa ad avviare questa campagna contro una Moda assolutamente non sostenibile.

Tale obiettivo, però, vuole essere perseguito non mettendo al bando le industrie tessili che fino ad oggi hanno operato secondo i canoni della Fast Fashion, ma creando le condizioni favorevoli per permettere anche a queste imprese di attuare una transizione green, individuato strategie comuni e sviluppando specifici investimenti.

A quando i prossimi risultati
Non è ancora possibile individuare con certezza quando le azioni individuate con la SSCT verranno effettivamente messe in campo.

Ad un anno dalla proposta di regolamento si attende la seduta plenaria del Parlamento per deliberare sulla prima lettura della proposta, prevista anch’essa per la seconda metà del 2023, dopodiché la palla passerà al Consiglio affinché prosegua il procedimento legislativo ordinario.

Certo è che le istituzioni europee sono attualmente a lavoro per creare mercato tessile caratterizzato da prodotti durevoli riciclabili e a prezzi accessibili; non resta che da vedere se le istituzioni europee riusciranno a raggiungere tale obiettivo entro il 2030, come vuole la SSCT.

 

 

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