di Vittorio Cianci, Lart

I danni provocati dai fattori di alterazione atmosferici – come la luce, il calore, ma anche il sudore e l’umidità a cui sono sottoposti i capi – non sono indifferenti. Ecco come prevenirli

 

La luce, il calore, il sudore, l’umidità colpiscono i nostri capi con particolare intensità; gli agenti atmosferici causano ingenti danni su indumenti e tessuti ogni anno (viraggio di colore, perdita di brillantezza, indebolimenti strutturali e ossidazioni).

Le cause primarie del loro invecchiamento all’esterno sono la luce solare (specialmente gli UV), l’alta temperatura e la bagnatura sottoforma di sudore e rugiada; a maggior ragione se si verificano effetti sinergici tra più elementi, che possono mettere a dura prova anche i capi più resistenti.

Oltre all’esposizione alla luce dei capi durante l’indosso, è bene considerare anche la solidità alla luce indoor: ad esempio la luce del sole che filtra dai vetri delle finestre, o la luce artificiale per interni, che in genere è molto forte (come quella dei faretti).

Esposizione alla luce

La norma ISO 105-B02:2013 descrive un metodo per determinare la solidità del colore sui tessili di qualsiasi natura, e in tutte le loro fasi di trasformazione.

Lo fa sotto l’azione di una sorgente luminosa artificiale, rappresentativa della luce naturale del giorno (D65). Il test consiste infatti nell’esporre le provette e la scala campione per un tempo sufficiente a valutare la solidità alla luce di ogni provetta in relazione alla scala campione.

Il metodo prevede l’uso di una scala campione costituita da 8 strisce di tessuto di lana, numerate da 1 (solidità alla luce molto debole) a 8 (solidità alla luce molto alta), predisposte in modo che ogni striscia abbia approssimativamente una solidità doppia rispetto alla striscia che la precede (Fig. 1).

Fig. 1

Di norma la prova di solidità dura 10 ore, ossia il tempo di esposizione sufficiente a verificare il degrado fino al valore 4; aumentando il tempo di esposizione fino a 30 ore, il valore del degrado rimane uguale a quello relativo alla esposizione a 10 ore.

Aumentando il tempo di esposizione a un periodo di tempo fra 30 e 60 ore, anche se il giudizio del degrado rimane 3, la fiamma tuttavia cambia da verde ad azzurro (Fig. 2).
Per capi esposti in estate in vetrina per lungo tempo, si segnala che un’esposizione di almeno 30 ore porta a un degrado > ¾ (che non dà problemi al cliente durante l’indosso).

È possibile che per alcuni particolari tessuti – ad esempio il denim, dove vi sono difficoltà a indicare i valori di degrado – si procede a un’esposizione fino a 30 ore.

Fig. 2

Esposizione alle intemperie

La norma ISO 105-B04 descrive un metodo per determinare la solidità del colore sui tessili all’azione delle intemperie, determinata mediante esposizione a condizioni di intemperie simulate in una cabina dotata di lampada ad arco di xeno. La strumentazione e le scale campione sono le medesime della ISO 105-B02.

Nell’apparecchiatura si trovano in contemporanea le provette e la scala di blu:

  • le provette – montate su supporti appropriati – sono esposte alla luce e allo spruzzo di acqua (esclusivamente deionizzata) secondo un preciso ciclo di intemperie, ossia con una durata spruzzatura di 01 min e una durata asciugatura di 29 min. La temperatura della camera di prova non deve essere maggiore di 40°C durante il periodo di asciugatura;
  • la scala con i riferimenti di lana blu – montata su un supporto dotato di protezione di vetro per riparare la scala dagli spruzzi d’acqua – sono esposti solo alla luce.

La norma descrive poi i 3 metodi di esposizione e un metodo di valutazione della solidità.

 

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