Vi sono importanti novità che riguardano le norme relative all’etichettatura dei prodotti tessili e di pelletteria. Vediamo insieme una miniguida assieme a qualche consiglio da tenere sempre a mente per un lavaggio sostenibile

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L’etichettatura di manutenzione è obbligatoria in base a quanto indicato dal D.lgs. 6 settembre 2005 n° 206 Codice Del Consumo a norma dell’art. 7 della legge 29 luglio 2003 N° 229, che rende mandatoria l’informazione al consumatore tramite etichetta sulle modalità di manutenzione.

Lo scorso dicembre 2023 è stata pubblicata la nuova norma di etichettatura di manutenzione, ossia la versione aggiornata della ISO 3758 del 2023 che sostituisce la ISO 3758 del 2012.

Le novità contenutistiche

Ecco le novità rispetto alla precedente edizione:

  1. l’aggiunta di altri solventi nel lavaggio a secco in aggiunta al tetracloro etilene e in aggiunta all’idrocarburo;
  2. l’aggiunta di un nuovo simbolo per il lavaggio a mano a temperatura ambiente (con il vecchio simbolo era già possibile il lavaggio a mano fino a 40 °C);
  3. l’aggiunta di un nuovo simbolo per la stiratura senza vapore, anche se con il vecchio simbolo era già previsto di asciugare senza vapore.

Quest’ultima indicazione è importante, perché alcuni tessuti si rovinano con lo stiro. Per esempio, il tessuto in 100% seta dopo un trattamento con il vaporizzo cambia di aspetto, rendendo la superficie ondulata (buccia d’arancia) come da Fig. 1.

Inoltre, lo stiro a umido con molto vapore provoca striature sulla fodera in acetato (Fig. 2): in tal caso la responsabilità è da ricondursi alla lavanderia in quanto il simbolo di stiro vieta l’uso del vapore.

Va considerato che non abbiamo ancora notizie dal mercato delle lavanderie in Italia sul comportamento al lavaggio a secco dei nuovi solventi, ed è bene precisare che è possibile il lavaggio a mano anche a temperatura ambiente.

La conformità

La conformità è comprovata dalla presenza di un’etichetta che contenga informazioni sul materiale di cui è composta ciascuna parte per almeno l’80%. Se nessun materiale raggiunge l’80%, si devono indicare i due componenti principali.

L’etichetta può essere stampata, incollata, cucita, goffrata o applicata a un supporto attaccato; deve essere visibile, saldamente applicata e accessibile al consumatore e non deve indurre il consumatore in errore.

Infine, nei luoghi di vendita al consumatore finale deve essere esposto, in modo chiaramente visibile, un cartello illustrativo della simbologia adottata sull’etichetta.

Sostenibilità e manutenzione

Nei nuovi simboli è ancora presente il lavaggio a secco con tetracloroetene o percloroetilene, che in molti paesi è vietato (per esempio in Francia, in alcuni paesi del nord Europa e alcune Stati dell’America).

Il simbolo che indica il Percloroetilene è ancora presente in numerosi capi immessi sul mercato 2023/2024.

In ottica sostenibile si dovrebbe invece usare come solvente l’idrocarburo, per i seguenti motivi:

  • è molto meno dannoso per l’operatore;
  • è un prodotto tossico e non nocivo come il percloro;
  • è più leggero dell’acqua e quindi facilmente rimovibile in caso di versamento;
  • è necessario per ridurre le difettosità su alcuni tessuti: stampe a pigmento, pellame, tessuti laminati ecc.

Un esempio: sui tessuti laminati il lavaggio ad acqua provoca la perdita di lucentezza, il lavaggio con percloro provoca il degrado e distacco della lamina, mentre il lavaggio con idrocarburi non attacca le colle (rischio molto limitato) e mantiene la lucentezza (Fig. 4A-D).

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L’articolo prosegue con:

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  • Curiosità: i termini “cuoio” e “pelle”
  • Le 10 regole per un lavaggio ad acqua sostenibile

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