La conoscenza del colore e delle strumentazioni usate per la sua valutazione consente di quantificare esattamente le difettosità che si possono evidenziare in fase di lavaggio. Ecco come regolarsi per una corretta manutenzione dei capi di abbigliamento

L’argomento è piuttosto tecnico, ma utile per chi si occupa di Abbigliamento.
Partiremo da definizioni semplici per arrivare a nozioni più complesse, che abbiamo cercato di sintetizzare per un loro immediato utilizzo.

Il colore percepito dall’occhio è un fenomeno psichico legato al funzionamento del nostro cervello; è quindi difficile fornirne un modello matematico, da utilizzare nel campo dell’abbigliamento o in altri settori. Ognuno dei cinque sensi riceve infatti stimoli di varia natura che, trasmessi al cervello, vengono tradotti in sensazioni riconoscibili. È possibile riconoscere gli stimoli che danno origine a tali sensazioni, tuttavia tradurli in elementi misurabili è più complicato (in misura maggiore o minore dipendentemente dal tipo di stimolo).

Determinare gli stimoli sensoriali

Per quanto riguarda l’olfatto e il gusto, gli stimoli sono di natura chimica e non ancora misurabili in modo oggettivo, dal momento che sulla maggior parte dei soggetti suscitano reazioni differenti. Gli stimoli dell’udito sono di natura meccanica (onde sonore), pertanto è facile misurarne l’intensità e la frequenza. Anche buona parte degli stimoli relativi al tatto è misurabile con strumenti quali il rugosimetro, il termometro e simili, e di norma le persone mostrano di avere reazioni simili tra loro.

Per il quinto senso, la vista, il discorso è più complesso: lo stimolo che genera la percezione del colore è legato infatti alle proprietà della luce, cioè a radiazioni elettromagnetiche emesse da sorgenti luminose [Fig. 1]. La luce che proviene da una sorgente luminosa interagisce con la materia, e viene da questa modificata.

Fig. 1 – Spettro delle radiazioni visibili

Tuttavia, mentre la luce e le modifiche che subisce da parte della materia sono facilmente misurabili, è più complesso determinare lo stimolo diretto a centri nervosi del nostro cervello da parte della luce stessa. Per questo motivo, le varie teorie finalizzate alla misurazione del colore partono dal presupposto che la maggior parte delle persone abbia una sensibilità cromatica molto simile, che dà forma, luce e colore alle cose nello stesso modo.
Per arrivare a una percezione condivisa abbiamo a disposizione due strumenti, in un certo senso complementari: lo spettrofotometro, che consente di misurare il colore, e il noto “sistema pantone”, che invece consente di comunicare il colore.

Colore nella manutenzione tessile

Per quanto riguarda la manutenzione, ecco alcune situazioni esemplari a cui possiamo fare riferimento:
1. se un colore si sbiadisce o vira di colore nel lavaggio, è possibile quantificare con lo spettrofotometro il degrado di colore [Fig. 2];
2. se un capo cambia di colore per effetto del lavaggio è possibile quantificare il degrado di colore utilizzandolo spettrofotometro, che darà coordinate cromatiche molto diverse tra loro;
3. se un capo con ottico viene lavato ad acqua, può cambiare di colore [vedi in Fig. 3 la differenza di tonalità tra il capo degradato e la cintura originale non lavata]. Lo spettrofotometro consente di valutare la differenza di colore tra la cintura e il resto;
4. ciascuno di noi conosce il fenomeno per cui un oggetto colorato osservato sotto una determinata sorgente di luce, come la luce diurna, presenta un colore diverso da quello visto sotto un’altra sorgente, ad esempio la luce di una lampadina a incandescenza. Tale mutamento cromatico, caratteristico di quasi tutti gli oggetti colorati, si chiama metamerismo. Lo spettrofotometro ci consente la lettura del colore del capo esposto alla luce del sole e alla luce del negozio.

 

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