La calza è un capo d’abbigliamento caratterizzato da pregi e difetti e da svariate differenze a seconda della destinazione d’uso. Ecco una rapida rassegna delle principali tipologie
La calza classica non solo protegge il piede, ma è anche sinonimo di distinzione, personalità ed eleganza: si tratta di un prodotto emozionale, che deve corrispondere all’abito. Con la calza classica le difettosità si evidenziano nell’indosso, manifestandosi nell’usura del tallone, nei falli in punta o nelle lacerazioni.
La calza sportiva consente al piede di traspirare in caso di forte sudorazione, dà comfort e mantenere il piede asciutto. Anche in questo caso le difettosità si evidenziano nell’indosso e si manifestano con sudorazione, odore sgradevole, piede bagnato e troppo freddo o troppo caldo a seconda del clima, cuciture che creano attrito con la pelle, scivolosità per mancanza di aderenza, dolore ai talloni.
Coloro che hanno l’anima green prediligono calze biologiche, rispettose dell’uomo e dell’ambiente.
Chi presta particolare attenzione al proprio benessere, infine, indossa calze sanitarie perché migliorano la circolazione del sangue tramite la compressione graduata e prevengono gonfiori, pesantezza, flebopatie: esistono infatti calze per diabetici, calze defaticanti e riposanti, calze adatte a chi lavora a lungo in piedi e a chi soffre di difficoltà circolatorie.
Calza classica
A una calza classica si richiede, oltre alle prestazioni formali come la regolarità visibile di esecuzione e la regolarità di taglia, alcune prestazioni funzionali come elasticità, solidità colore, stabilità dimensionale e durata (resistenza all’abrasione, allo strappo e alla perforazione). A ogni misura di calza corrisponde quella della scarpa.
LE PARTI DELLA CALZA
Le parti principali di una calza sono il polsino, la gamba, il tallone e la punta (Fig. 1):
- polsino: è la parte alta della calza. Ci sono due tipi: francese se corto, inglese se lungo. Nei polsini sono inseriti i fili elastici necessari a sorreggere la calza;
- gamba: è la parte centrale;
- tallone: è la parte chiamata “di cambio”, in quanto i fili tessuti vengono sostituiti con altri (in genere fibre sintetiche) che vantano caratteristiche differenti a scopo di rinforzo;
- punta: è il punto in cui si trova la cucitura del rimaglio: toccandola non si dovrebbe sentire niente (Fig. 2).
Se si percepisce un piccolo spessore si tratta di una cucitura a macchina, fatta dopo che la calza è uscita dalla lavorazione aperta in punta.
Le fibre solitamente utilizzate sono cotone, lana, nylon mixate con l’elastan o altre fibre sintetiche, cashmere, seta, mix di nylon acrilico ed elastan, lino e mohair. Ciascuna ha proprietà diverse in termini di sensazione sulla pelle, prestazioni, durata ed elasticità.
Tra le prove tecniche più importanti c’è quella riguardante l’usura del tallone: si effettua con l’apparecchio Martindale, utilizzando come superficie di sfregamento la parte interna di una scarpa (gomma o pelle o altra superficie) (Fig. 3, 4, 5).
Calza sportiva
Perché una calza possa definirsi “sportiva” si richiedono particolari prestazioni a seconda della destinazione d’uso:
- sport tradizionale (corsa amatoriale, jogging…);
- sport agonistico;
- sport estremo escursionismo.
In tutti questi casi sono essenziali traspirabilità, comfort, vestibilità aderente per massima sensibilità e precisione nei movimenti. Per una migliore performance la calza dev’essere realizzata con fibre di carbonio attivo, al fine di controllare l’odore; deve inoltre avere una cucitura piatta per garantire un comfort di lunga durata ed evitare attriti con la pelle, e dev’essere trattata con prodotti repellenti per insetti in modo da ridurre il rischio di punture di zecca, zanzara o altri ospiti indesiderati.
Per lo sport agonistico si richiedono in aggiunta proprietà antiscivolo, antibatteriche, antifungine, resistenze meccaniche di usura e strappo superiori e leggerezza. I calzini devono allontanare il sudore e l’umidità e regolare la temperatura in modo ottimale, si devono asciugare rapidamente e devono creare un effetto di ammortizzazione sul tallone. L’imbottitura aggiuntiva viene creata aumentando la densità della trama o inserendo altri materiali come l’acrilico. La trama rinforzata dà il supporto adeguato a un’attività faticosa, in modo da non rischiare di sviluppare la fascite plantare, che potrebbe causare forti dolori ai talloni.
Per lo sport estremo si richiedono poi coibenza termica e leggerezza, capacità di termoregolazione e morbidezza. Le calze devono essere in grado di affrontare i climi più diversi, anche durante i trekking in ambiente alpino con capacità di isolamento termico adeguata ai differenti climi di utilizzo.
Le migliori calze invernali sono quelle realizzate in un materiale spesso e di alta qualità con ottime proprietà termiche (come la lana), e che si adattano alla forma del piede mantenendolo caldo in inverno e anche fresco nelle stagioni più calde. La lana, in particolare la lana merino, è uno dei migliori materiali per mantenere i piedi caldi e asciutti, ma poiché la sua fibra non è abbastanza robusta per resistere alla costante abrasione contro l’interno di scarpe o stivali, viene generalmente unita al nylon o altri tessuti sintetici.
Il cammello ha proprietà di termoregolazione anche migliori della lana merinos; tiene l’umidità lontano dalla pelle, riducendo al minimo eventuali vesciche o cattivi odori (Fig. 6). Quando poi ci si muove su terreni tecnici a quote medio-alte, o si praticano attività invernali come arrampicata mista roccia e ghiaccio, si sottopongono i piedi a sollecitazioni intense: è quindi necessaria una calza in grado di ammortizzare urti e sfregamenti, soprattutto nelle parti del piede più sollecitate.
- La prova di traspirabilità: test per valutare il comfort di una calza
- Calza ortopedica o sanitaria
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