Accessori moda e componenti per abbigliamento: quali sono?
Gli accessori spesso non ricevono la dovuta attenzione, considerando che costituiscono elementi fondamentali nell’ensemble di un capo: lo valorizzano e diventano un segno di distinzione, raffinatezza e ricercatezza per chi lo indossa. Spesso, tuttavia, sono causa di danni durante l’uso e la manutenzione, è bene dunque prestare loro grande cura e conoscerne a fondo le proprietà
Per “accessori di capi di abbigliamento” si intendono tutti quegli articoli (generalmente in materiale non tessile) che svolgono l’importante compito di :
- abbellire i capi, migliorandone l’aspetto estetico (come perle, paillette e simili);
- offrire ai capi prestazioni funzionali, migliorandone l’aspetto strutturale (come bottoni, cerniere, termoadesivi, velcri e così via).
Accessori per l’industria dell’abbigliamento
Cerniere e bottoni per l’abbigliamento: come prevedere eventuali danni
In questo articolo il nostro principale obiettivo è quello di valutare i danni (e le loro cause) provocati da cerniere e bottoni. È necessario infatti conoscere approfonditamente le loro prestazioni durante il ciclo di lavoro dei capi sui quali sono applicati, per sapere ad esempio:
- se stingono durante lo stiro del capo (bottoni, cerniere…);
- se le loro condizioni di durata e manutenzione sono da considerarsi compatibili in relazione a quelle dei tessuti su cui gli stessi sono applicati. Basti pensare che per un bottone in metallo ricoperto con una decorazione in materiale plastico (Fig. 1) oppure per un bottone ricoperto in pelle (Fig. 2) il lavaggio a secco non è consentito, simili accessori pertanto non possono essere utilizzati su capi nei quali l’etichetta di manutenzione consente anche il lavaggio a secco;
- se la cerniera si rovina durante le sollecitazioni di indosso;
- se la cerniera macchia e si ossida;
- quali sono le tecniche di controllo qualitative delle forniture (tipo di campionatura, piano di campionatura, livello di qualità accettabile…).
I danni legati alle cerniere
Per quanto riguarda le zip, ecco i danni più frequenti:
- la rottura del tiretto;
- l’apertura della cerniera durante l’indosso;
- la retrazione con ondulazione;
- la migrabilità del colore;
- il distacco dei dentini;
- la rottura del tessuto a contatto di una cerniera durante la tintura in capo;
- la rottura della termonastratura della cerniera;
- la solidità del colore;
- la rottura dei dentini in plastica.[/box]
La rottura del tiretto
Con il termine “tiretto” si definisce quella parte della cerniera che serve per muovere il cursore e che, talvolta, a causa di colpi o di un prolungato uso si può rompere (Fig. 3).
In Tabella 1 è indicato lo standard di riferimento, dal peggiore al migliore, con cui valutare la resistenza del tiretto a un’eventuale rottura. Tale valutazione va eseguita tenendo presenti le varie destinazioni d’uso.
Tabella 1 – Resistenza al distacco del tiretto (kg)
Classe A | 7 kg |
Classe B | 8 kg |
Classe C | 20 kg |
Classe D | 25 kg |
Classe E | 30 kg |
Apertura della cerniera durante l’indosso
Un altro caso di danno legato alle zip consiste nell’apertura della cerniera durante l’indosso (Fig. 4). In Tabella 2 riportiamo le classi di appartenenza (A, B, C, D, E) in relazione all’uso finale della Norma BS 3084/92.
Tabella 2 – Classi di appartenenza A, B, C, D, E in relazione all’uso finale – Norma BS 3084/92
CLASSE D’USO | A | B | C | D | E |
Vestiti | X | X | |||
Maglieria | X | X | X | ||
Articoli in pelle leggeri | X | X | |||
Maglie, jeans o pantaloni | X | X | |||
Tessuti per mobili | X | X | |||
Capi d’abbigliamento basici | X | ||||
Giacche e cappotti | X | X | |||
Tute da ginnastica | X | ||||
Bagagli | X | X | X | ||
Pantofole | X | ||||
Sacchi a pelo | X | X | |||
Tende da sole e interni | X | X | |||
Calzature | X | X | |||
Abbigliamento in pelle | X | ||||
Abbigliamento da sci | X | ||||
Cerate da barca | X | ||||
Tende da campeggio | X | ||||
Retrazione con ondulazione
Il fenomeno di retroazione con ondulazione avviene quando, durante il lavaggio e lo stiro, la cerniera rientra e forma delle ondulazioni antiestetiche (Fig. 5).
Secondo lo standard, la retroazione è all’1% max al lavaggio e all’1% max al vaporizzo.
Migrabilità colore
Un altro problema riguarda la migrabilità del colore dal tessuto in polietere della cerniera ai tessuti addicenti con cui è a contatto.
Seguendo il metodo UNI 4818-21, il campione da testare accoppiato alla striscia multifibre – oppure a un altro materiale concordato tra le parti – viene interposto tra due lastre di vetro, sottoposto a un carico di 20 Kp e lasciato in stufa a 70 °C per 24 ore. Si misura quindi la scarica di colore utilizzando la scala dei grigi.
Il giudizio si formula basandosi su una scala che va da 1 (pessimo) a 5 (ottimo); nella Tabella 3 è indicato il valore minimo per l’abbinamento della cerniera con tessuti chiari.
Tabella 3 – Prova di migrabilità del tessuto in poliestere della cerniera con scarica di colore su striscia multifibre
TEST | Standard per abbinamento cerniera con tessuti chiari | METODO | |||||||
Solidità del colore | Scarica su striscia multifibre (DW) | Degrado | |||||||
WO | PC | PL | PA | CO | AC | ||||
Migrabilità | 1-5 | 4/5 | 4/5 | 4/5 | 4/5 | 4/5 | 4/5 | 4 | UNI 4818 parte 21 |
Distacco e rottura dei dentini
Una situazione molto comune è quella che si verifica quando i dentini della cerniera si staccano, causando la conseguente rottura della cerniera o la fuoriuscita del cursore (Fig. 6 e 7). Inoltre, in particolar modo quando la cerniera è fatta di plastica, può spesso accadere che i dentini si rompano (Fig. 8).
I danni legati ai bottoni
Nel caso dei bottoni, i danni che si verificano più di frequente si possono riassumere in:
- la fragilità;
- la ruggine sul bottone metallico;
- la lacerazione del tessuto a contatto con il bottone;
- la scarica del colore sul tessuto.
Fragilità
Alcune tipologie di bottoni in uso comune, come i bottoni in galalite, sono estremamente fragili.
“Galalite”, una parola derivata dal greco “gala” (latte) e “lithos” (pietra), è il nome commerciale di una delle prime plastiche; si ottiene per mezzo della plastificazione e l’indurimento della materia prima “caseina”, che è una proteina derivata dal latte.
A causa della sua perfetta lavorabilità e facilità di trattamento, ad esempio per quanto riguarda lucidatura e tingibilità, la galalite costituisce una perfetta imitatrice di altri materiali naturali più costosi (tartaruga, corno, avorio ecc.). Per via della sua elevata fragilità, tuttavia, è facilmente e frequentemente soggetta a rottura (Fig. 10).
Ruggine su bottone metallico
Lo scopo di una finitura galvanica è quello di ottenere un deposito il cui effetto persista ai trattamenti di tintura/finissaggio per un periodo almeno pari alla vita media del capo su cui è applicato. Se il trattamento galvanico non è stato eseguito a regola d’arte sui bottoni, tuttavia, anche la ruggine può fare dei danni.
Di seguito vari tipi di finitura galvanica:
- zincatura(o galvanizzazione): ricopertura di materiali ferrosi, ad esempio acciaio e acciaio dolce (talvolta impropriamente detto “ferro”), con uno strato di zinco. Viene impiegata per contrastarne l’ossidazione (formazione di ruggine);
- cromatura: ricopertura con un flash di cromo, anch’essa praticata soprattutto su acciaio e acciaio dolce, sia per aumentarne la resistenza sia per impedirne la corrosione;
- nichelatura: ricopertura di diversi metalli con uno strato di nichel. Contribuisce ad aumentarne la resistenza meccanica e la resistenza alla corrosione;
- doratura elettrolitica: permette di realizzare dorature uniformi con minime quantità d’oro ed è impiegata principalmente nell’oreficeria e nell’industria elettronica.
Problemi delle cerniere:
- Migrabilità colore
- Rottura del tessuto a contatto con la cerniera durante la tintura in capo
- Rottura della termonastratura della cerniera
- Solidità del colore
- Ossidazione denti metallici e scarica colore
Problemi dei bottoni:
- Lacerazione del tessuto a contatto con il bottone
- Scarica colore
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Accessori per i più svariati settori tessili
Barni Lido è presente nel settore degli accessori per macchinario tessile dal 1976. Da allora a oggi l’azienda è cresciuta e dalla scorsa estate si è trasferita in una nuova sede, più ampia e funzionale. Una crescita raggiunta anche grazie alla capacità di personalizzare e capire le richieste dei clienti, che ha permesso a Barni Lido di diventare un punto di riferimento per le aziende tessili che mirano a migliorare processi produttivi e prodotti.
Alla manifestazione Itma sono stati presentati i nuovi articoli recentemente sviluppati, legati al settore dei filati e dei tessuti tecnici quali quelli in carbonio, kevlar e così via. In particolare è stato presentato un nuovo modello di licci per quadri da telai (nella foto), dove una ceramica, inserita all’interno di una struttura in acciaio, preserva l’integrità delle fibre; particolare, questo, utile in filati come il carbonio, dove lo sfregamento su parti metalliche danneggia irrimediabilmente il filo.
Itma 2015 è stata l’occasione per presentare anche un modello di alimentatore di trama per filati “piattina”, in grado di inserire il filo senza provocare torsioni.
Stampa 3D di accessori Moda: Stratasys e Florenradica – 2020
La società fiorentina Florenradica, specializzata nella produzione artigianale di campionari e prodotti finali per il settore della Moda, ha deciso di far fare un salto di qualità al suo parco macchine per la manifattura additiva investendo nella stampante 3D multimateriale e multicolore J750 di Stratasys.
Florenradica realizza con decennale sapienza artigianale prodotti di Alta Gamma pensati dai più importanti marchi della Moda e del Design. Nel tempo ha aggiunto al legno, elemento fondante della sua attività, anche altri materiali; ecco quindi i tacchi per calzature in Abs e rivestiti in resina con l’effetto madreperla blu, i manici in resina con foglie d’oro, i bracciali in Pla dipinto a mano.
Una produzione che a volte è riservata solo ai campionari, altre volte invece si spinge a produzioni composte da centinaia o migliaia di pezzi definitivi. Troppi per un’attività artigianale dove qualità e cura del dettaglio sono elementi fondamentali e per un settore come quello della Moda, dove i tempi corti di fornitura sono essenziali.
Florenradica, l’apertura alla stampa 3D
Come fare quindi per soddisfare le tempistiche dettate dalla Moda, senza rinunciare alla qualità? «Il nostro lavoro – spiega Mauro Baratti, titolare di Florenradica – richiede una grande manualità, combinata a una forte conoscenza delle materie prime. Quando ci chiedono oggetti in tiratura limitata possiamo procedere artigianalmente, ma se un brand è interessato a repliche nell’ordine delle centinaia o migliaia di oggetti è necessario trovare un sistema che consenta di produrli in maniera più industriale, con caratteristiche molto simili a quelle dei prodotti artigianali».
Ecco quindi debuttare nell’azienda fiorentina il sistema citato dal titolare di Florenradica: la stampa 3D. «Quando aumentano le tirature – conferma Baratti – un approccio artigianale non basta più. Abbiano usato le prime stampanti 3D per fare gli originali del calco: poi abbiamo iniziato a produrre direttamente gli oggetti definitivi, rifinendoli a mano con lavorazioni che spaziano dalla verniciatura alla colorazione».
Stratasys J750
Florenradica a questo punto, per riuscire a ottenere oggetti che non si possono fabbricare con le modalità tradizionali e che sappiano generare l’effetto “wow”, ha deciso di investire nella stampante J750 di Stratasys.
Quando si parla di stampa 3D a colori, la J750 con tecnologia PolyJet di Stratasys – grazie alla sua capacità policromatica, con mappatura delle texture e sfumature di colore – è in grado di stampare oggetti con l’aspetto, la consistenza e l’operatività dei prodotti finiti in molteplici materiali e cromie, senza sprecare tempo per operazioni intricate e complesse.
Più nel dettaglio, utilizzando la J750 è possibile produrre parti in oltre 500.000 colori, texture, sfumature, trasparenze e durezze. La macchina tra l’altro ha una certificazione che rende il sistema Pantone disponibile per la prima volta in una soluzione di stampa 3D.