Tra le principali sfide di oggi c’è la riduzione dell’impatto ambientale dei processi manifatturieri e il Tessile è tra i settori più coinvolti nelle iniziative di riconfigurazione dei prodotti e dei processi, dal punto di vista non solo tecnologico ma anche metodologico e gestionale.

Il Fashion risulta essere la quarta categoria di pressione sull’ambiente per l’uso di materie prime e acqua (dopo cibo, abitazioni e trasporti), la seconda per l’uso del suolo (dovuta in gran parte alla coltivazione del cotone) e la quinta per le emissioni di gas serra. La maggior parte dell’impatto legato alla produzione di capi d’abbigliamento, calzature e tessili si verifica in regioni del mondo diverse dall’Europa, dove invece è significativa la pressione dovuta al consumo e alla dismissione dei prodotti.

Per attenuare l’impatto è necessaria l’implementazione su larga scala di modelli di economia circolare supportati da politiche efficaci che affrontino materiali e progettazione, produzione e distribuzione, uso e riutilizzo, raccolta e riciclaggio: ciò include appalti pubblici verdi, progettazione eco-compatibile, responsabilità estesa del produttore, etichettatura e standard.

Unione Europea: il report dell’EEA
A livello europeo, il tema è all’attenzione di tutti gli attori coinvolti a vario titolo sia nell’indirizzo politico e nella panificazione delle azioni di sostegno all’innovazione, sia del mondo industriale e della ricerca scientifica e tecnologica.

L’Agenzia europea dell’ambiente (EEA – European Environment Agency), che fornisce informazioni per coloro che sono coinvolti nello sviluppo, adozione, attuazione e valutazione delle politiche ambientali, ha predisposto un esaustivo rapporto su questo argomento.
Il documento delinea una prospettiva dell’Unione Europea sulle pressioni ambientali e climatiche derivanti dalla produzione e dal consumo di tessili, evidenziando come siano necessari nuovi modelli di economia circolare con una correlata e coerente regolamentazione.

In Europa i cittadini scartano circa 11 kg di materiali tessili per persona all’anno: valore molto elevato e correlato alla discesa del prezzo unitario dei capi che, dal 1996 al 2018, è diminuito di oltre il 30% rispetto all’inflazione. In questo scenario i modelli del Fast Fashion acuiscono il problema promuovendo un aumento dei consumi, con riduzione ulteriore della durata dell’abbigliamento.

A livello di indirizzo politico, l’Unione Europea obbliga gli Stati membri a raccogliere i tessili separatamente entro il 2025 ed a garantire che i rifiuti così raccolti non vengano inceneriti o gettati in discarica. Si incoraggia anche la creazione di sistemi per la rigenerazione e il riutilizzo, per prevenire gli sprechi, anche estendendone la responsabilità ai produttori.

Un progetto per il Tessile green

Nell’ambito del programma Interreg Central Europe 2014-2020 è stato ammesso a finanziamento il progetto ENTeR, che si è svolto da luglio 2017 a novembre 2020 con un budget di due milioni di euro e 10 partner di 5 Paesi dell’Europa Centrale tra cui, per l’Italia, l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e Centrocot – Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento di Busto Arsizio.

Il progetto ha sviluppato un sistema in grado di valorizzare i rifiuti tessili industriali, basato sulla caratterizzazione e classificazione delle loro proprietà, utilizzando una piattaforma online per l’abbinamento dei materiali e dei rifiuti.

In particolare, sono stati realizzati 9 casi pilota che rappresentano delle best practices in grado di avvicinare sempre più le aziende tessili a un modello economico circolare e sostenibile.

Tra i risultati del progetto troviamo anche una banca dati (Textile Waste Database, accessibile dal sito web del progetto), realizzata con il coinvolgimento di oltre 140 aziende tessili europee, che contiene i dati caratteristici (tecnici, chimici ed ecologici) di tutti i materiali/scarti da esse prodotti.

Con un’Agenda Strategica proposta a fine progetto, anch’essa disponibile sul sito web, il partenariato propone una strategia di gestione dei rifiuti e le linee di azione per ottenere un miglioramento del consumo di risorse non rinnovabili, promuovendo un approccio di economia circolare nelle aziende.

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