Si è aperta oggi al Centro Congressi Le Stelline di Milano, la 38ª edizione di FILO, salone internazionale dei filati e delle fibre. A inaugurare la 38ª edizione di FILO è stata Marilena Bolli, presidente dell’Unione Industriale Biellese. Nel dare il via ai lavori della tavola rotonda, ha affermato: “Attenzione ai dettagli, propensione all’innovazione e customer care: sono solo alcuni degli elementi che definiscono l’attitudine verso l’altissima qualità propria sia di FILO che dei prodotti presentati dagli espositori. Innovazione e internazionalizzazione sono elementi imprescindibili per una strategia vincente di business e, dalla mia esperienza di imprenditrice, confermo che questi sono fattori sempre più “vitali” per poter intercettare nuovi mercati e continuare a competere a livello mondiale. I “Modi di fare”, che sono il tema delle proposte prodotto di questa edizione di FILO, accomunano storie di aziende votate all’alta qualità, all’artigianalità nella lavorazione, all’interpretazione della tecnologia per ottenere il prodotto migliore. Sono i “Modi di fare”, di produrre ma non solo, che continuano a fare la differenza dei filati di alta gamma: si tratta di un patrimonio inestimabile del “motore” manifatturiero italiano, che andrebbe valorizzato ancora di più e sostenuto da un’efficace politica industriale”.
Lorenzo Riva, un maestro della couture italiana, è lui stesso un esempio concreto dei diversi “modi di fare” in cui può articolarsi una creatività cristallina: dagli abiti da sposa da sogno al prêt-à-porter di gran classe che abbiamo appena visto sulle passerelle milanesi. Lorenzo Riva ha narrato i suoi “modi di fare” capi di abbigliamento, per una donna che vuole essere prima di tutto elegante e raffinata: “Mi piace creare partendo da un’immagine vista per strada, da un film, da una canzone o da una pièce teatrale – ha affermato Riva – Poi arriva il momento tecnico: occorre mixare le geometrie, la struttura, l’idea e il senso del bello. Il risultato finale deve portare armonia in chi indossa la mia creazione e in chi la guarda”.
Gigliola Curiel, stilista, “figlia d’arte” nel senso più completo del termine, ha invece portato alla tavola rotonda di FILO la visione di una giovane donna che nei suoi “modi di fare” moda declina innovazione e ricerca di uno stile contemporaneo all’interno della lunga tradizione sartoriale. “La mia famiglia ha una lunga storia che non comprende solo l’haute couture di mia madre Raffaella e prima ancora di mia nonna Gigliola, ma anche l’attività tessile di mio padre, che è stato il fondatore della Braghenti, poi acquisita da Ratti. Il mio modo di fare moda si distingue proprio perché privilegia i tessuti: i miei capi nascono combinando e scombinando materiali e stoffe, il mio punto di partenza non è mai un disegno. L’altro punto fermo del mio “modo di fare” moda è l’aspetto imprenditoriale: le mie collezioni devono “stare sul mercato” e dunque è indispensabile l’attenzione a un rapporto qualità-prezzo ideale per le esigenze della mia clientela”. Dalla moda al design e all’arte con Gabi Scardi, critico e curatrice d’arte contemporanea. Se “Modi di fare” significa partire da alcune parole chiave – cura, meticolosità, artigianalità e tecnologia – per ripercorrere il percorso che porta dall’idea dello stilista al capo finito, Gabi Scardi ha aiutato il pubblico di FILO ad analizzare gli stessi concetti nell’ambito dell’arte contemporanea. “Nel mio lavoro di curatrice di mostre di arte contemporanea non è raro imbattersi in suggestioni e ispirazioni condivise tra mondo dell’arte e della moda – ha sostenuto Scardi – Qui a FILO ho portato alcune immagini delle opere di una giovane artista, Claudia Losi, che ricorre spesso a ricami e gomitoli di filo per evocare intrecci di vita e di pensieri e lo stratificarsi nel tempo dell’esperienza e dei fenomeni naturali”.