La contraffazione nel Sistema Moda causa pesanti danni economici al Made in Italy, generando inoltre un impatto negativo in termini di riciclaggio di denaro, evasione fiscale, sfruttamento del lavoro illegale e sostenibilità ambientale delle produzioni.
Per questo, in occasione della 5a edizione della Settimana Anticontraffazione, i sette Presidenti delle associazioni che compongono Confindustria Moda si sono espressi duramente contro il fenomeno. Si sono poi uniti al Presidente di Confindustria Moda Cirillo Marcolin e al Ministero dello Sviluppo Economico nel lanciare l’appello “La lotta alla contraffazione parte anche da te!” per sensibilizzare l’opinione pubblica a riguardo.
All’evento digitale “L’impatto della contraffazione sul settore moda: le esigenze del mondo delle imprese e la risposta delle istituzioni”, hanno partecipato anche i Presidenti delle associazioni che compongono Confindustria Moda:
- SMI – Sistema Moda Italia
- Assopellettieri
- AIP – Associazione Italiana Pellicceria
- Assocalzaturifici
- UNIC – Concerie Italiane
- ANFAO – Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici
- Federorafi – Federazione Nazionale Orafi Argentieri Gioiellieri Fabbricanti
Secondo i dati OCSE, il valore del commercio mondiale di prodotti italiani contraffatti dei settori Tessile, Moda e Accessorio, ammonta a 5.2 miliardi di euro.
Il mercato nero dei prodotti del Fashion Made in Italy causa:
- alle aziende manifatturiere italiane 1.3 miliardi di euro di danni per le mancate vendite;
- ai consumatori 1.4 miliardi per il costo da questi pagato ingiustamente nella convinzione di acquistare un prodotto autentico.
Il fenomeno genera grandi profitti per le organizzazioni criminali, a fonte di bassi rischi imprenditoriali e penali, che vengono poi utilizzati per sostenere altre attività illecite.
In questi anni si è inasprita la lotta alla contraffazione, passando dai 26 milioni di articoli sequestrati nel 2016 agli oltre 52 nel 2018. Dei sequestri effettuati il 25.4% riguarda articoli del settore Abbigliamento, il 34.2% di Accessorio, il 16% Calzaturiero, il 7.3% Gioielleria e il 3.3% Occhialeria.
I commenti dei Presidenti delle associazioni
Un aiuto notevole alla lotta alla contraffazione potrà venire dalla Blockchain, progetto che SMI ha già presentato al MiSE, con il quale ha aperto un tavolo di lavoro. La trasparenza e identificabilità di tutte le fasi di produzione permetterebbero al consumatore una tutela del suo acquisto e il consumatore stesso potrebbe diventare parte attiva del cambiamento.Marino Vago, Presidente SMI – Sistema Moda Italia
Noi come Assocalzaturifici siamo in prima linea per contrastare questo fenomeno e chiediamo alle istituzioni di tutelare il Made in Italy, asset determinante per il rilancio dell’economia del nostro Paese, attraverso azioni di valorizzazione delle nostre eccellenze e di prevenzione del fenomeno. Siro Badon, Presidente Assocalzaturifici
Da anni abbiamo inoltre messo a punto una collaborazione con le Dogane, che ci segnalano e ci danno la possibilità di analizzare l’autenticità dei marchi collettivi di nostra proprietà: Vero Cuoio e Vera Pelle. Questo lavoro assiduo e costante nei confronti della contraffazione ha fatto sì che, con il Decreto Legislativo 68/2020 che entra in vigore il 24 ottobre 2020, abbiamo ottenuto una grande soddisfazione: quella di poter definire e difendere a livello legislativo e senza equivoci la parola “pelle”, contrastando utilizzi fuorvianti come ecopelle, che potevano dare adito a interpretazioni faziose.
Vorrei anche ricordare che a Napoli, con il patrocinio di Confindustria Campania, è stato creato il Museo del Vero e del Falso: ha coinvolto molte scuole con varie iniziative, ottenendo buoni risultati in termini di sensibilizzazione rispetto a questa terribile problematica.Cav. Lav. Gianni Russo, Presidente UNIC – Concerie Italiane
È necessario rafforzare la tutela del design. Sarebbe importante poter aumentare la protezione a favore delle piccole qualificate aziende italiane, che registrano modelli molto innovativi, ma spesso non riescono poi a proteggerli a causa di piccole variazioni apposte dai contraffattori.Roberto Scarpella, Presidente AIP – Associazione Italiana Pellicceria
Le Istituzioni si stanno mostrando sensibili su questo tema, ma c’è ancora molto da fare. Non solo attraverso un’importante azione di controllo e investigazione che sfoci in sequestri, ma anche e soprattutto attraverso attività di prevenzione. Sarebbe molto utile inoltre incrementare le campagne informative rivolte ai consumatori, sottolineando l’importanza dell’acquistare i prodotti solo attraverso i canali ufficiali e rimarcando il fatto che le “scorciatoie” impongono spesso un alto prezzo da pagare.Franco Gabbrielli, Presidente Assopellettieri
Nel settore, inoltre, assistiamo anche alla riproduzione illegale del marchio di identificazione, che è il marchio di Stato dato in comodato d’uso a ogni singola azienda. Spesso queste attività illecite sono anche collegate al reato della frode in commercio, perché l’oggetto illecitamente marchiato o copiato viene realizzato “sottotitolo”, ossia con un contenuto di metallo prezioso inferiore a quello legale.
È quindi necessario che alle buone leggi di contrasto si associno efficaci attività di prevenzione e di repressione da parte delle Autorità italiane e a livello internazionale. Occorre, infine, ridare slancio e risorse ai desk anticontraffazione presso le ambasciate e gli uffici ICE all’estero.
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Riteniamo che le Istituzioni competenti debbano essere ancora più incisive nel controllo sul territorio contro i rivenditori abusivi, ricordando che l’unico canale di vendita che garantisce sicurezza, e quindi tutela la nostra salute, è quello ufficiale.Giovanni Vitaloni, Presidente di ANFAO – Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici