In occasione dell’Assemblea Generale di ACIMIT del luglio 2024, il Presidente Marco Salvadè ha presentato i dati dell’Industria meccanotessile italiana.
Di fronte all’evidenza di un’attività produttiva in calo per le incertezze che caratterizzano l’attuale scenario geopolitico internazionale e le fluttuazioni della domanda finale, secondo Salvadè è necessario mantenere il focus sull’innovazione, soprattutto al fine di cogliere le sfide che attendono i costruttori italiani nell’accompagnare le aziende tessili in un percorso di transizione sostenibile.
In Italia, poi, il ritardo nella piena attuazione del piano Transizione 5.0 ha condizionato negativamente la possibile ripresa del mercato. “Ora ci sarà da recuperare il tempo perduto, dato che gli incentivi sotto forma di credito d’imposta saranno validi solo per il biennio 2024-2025” ha commentato Salvadè.
Nel 2023 la produzione è diminuita del 16%, attestandosi a un valore di 2,3 miliardi di euro, come hanno fatto anche le esportazioni, anch’esse in calo del 16% (2 miliardi euro).
Cina, Turchia, India e Stati Uniti restano le principali destinazioni per i costruttori di macchine tessili italiane. Nel 2023 la domanda di macchinario in questi mercati è stata debole, ma qualche segnale positivo è arrivato nel primo trimestre dell’anno in corso, soprattutto dal mercato cinese, e ancora da Egitto, Pakistan, Brasile e Giappone.
Il Meccanotessile italiano resta comunque leader insieme a pochi altri Paesi, quali Cina, Germania, Giappone. “Il nostro settore è famoso nel mondo per l’affidabilità, il know-how e per la capacità tutta italiana di saper coniugare tradizione e innovazione” ha ricordato il Presidente di ACIMIT.
Riciclo delle materie tessili
Per evidenziare le opportunità che la transizione green europea apre ai fornitori di tecnologie, nella parte pubblica dell’Assemblea ACIMIT si è ha affrontato un tema di forte attualità: quello del riciclo delle materie tessili, a cui i costruttori di tecnologie guardano con attenzione.
Gli indirizzi legislativi dell’Unione Europea puntano ad accelerare la transizione ecologica e circolare del comparto Tessile/Moda con varie azioni: dall’ecodesign alla responsabilità estesa del produttore (EPR), dalla regolamentazione delle esportazioni di rifiuti al divieto di distruzione dell’invenduto e ai green claims.
Nel frattempo, si registra una crescente domanda di fibre tessili da riciclo spinta dalle politiche sostenibili dei brand, che non deve essere sottovalutata.

Il ruolo dei costruttori
Alle tecnologie spetta un ruolo importante: fornire soluzioni alle imprese impegnate nella nuova filiera della circolarità, dalla selezione e cernita dei capi alle fasi di preparazione fino ai processi di riciclaggio.
L’esperienza e le capacità del Tessile e Meccanotessile italiano devono essere pienamente valorizzate in questa fase così importante per l’intera filiera.
Lo dimostrano l’esperienza decennale del distretto di Prato, i nascenti consorzi EPR, ma anche le attività e le sperimentazioni avviate da singole imprese impegnate nel rivalorizzare scarti pre e post-consumo in nuovi materiali.

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- Aurora Magni, docente LIUC e Presidente di Blumine;
- Grazia Cerini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Centrocot;
- Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion Textiles, consorzio del sistema Erion dedicato ai rifiuti di prodotti tessili;
- Giovanni Santi, Amministratore Delegato di Beste e Leader Business Textile Unit di HModa;
- Marco Salvadè, Presidente Acimit e Presidente dell’azienda di famiglia, Salvadè.