Tornano a sfilare in presenza le creazioni degli studenti di Istituto Secoli, inaugurando una nuova location per l’evento che celebra il lavoro dei giovani Fashion designers

 

Dopo due anni, a giugno è tornato finalmente in presenza il “Secoli Fashion Show”. La 39° edizione dell’evento ha richiamato nella nuova location (il Talent Garden di via Calabiana a Milano) un folto pubblico, per osservare con interesse la sfilata che raccoglie le collezioni frutto della creatività degli studenti dell’Istituto.

Non è mancato il supporto del Comune di Milano che ha concesso il patrocinio, di Antia, Camera Nazionale della Moda, IACDE, Piattaforma Sistema Formativo Moda e Sistema Moda Italia.

Un valore aggiunto è derivato anche dalle collaborazioni con:

  • Asahi Kasei Fibers Italia e Tessitura Grisotto);
  • Elementi moda per la realizzazione di teli in maglia;
  • Lectra, che ha messo a disposizione degli studenti Vector®, soluzione per il taglio tessuto dal foglio singolo al multistrato;
  • Macpi per le lavorazioni al taglio laser e termonastratura;
  • Project Officina Creativa per la fornitura e le lavorazioni dei capi in denim.

La sfilata ha tratto ispirazione dal concept “SENSE”, atto del “sentire estetico” intimo e sensoriale che stimola una riflessione sul concetto di lettura dell’immagine e sull’interpretazione della sua narrazione creativa.
Anche quest’anno l’evento si è aperto con le capsule realizzate da quattro tra i migliori alumni dell’istituto, protagonisti del progetto “Designer To Watch”: Alex Bellucci, Raffaella Mastrangelo, Chiara Zappa e Jacopo Montanari.

Erika Tresoldi premiata da Technofashion, con il Public Relations Manager della rivista Stefano Piccinelli (sx) e Giorgio Secoli (dx)

Il premio di Technofashion

La nostra rivista, riconfermando una collaborazione di lunga data con l’Istituto Secoli e con il Secoli Fashion Show, a conclusione della sfilata ha premiato con un’intervista la creatività e l’abilità tecnica dimostrate da una studentessa in particolare: Erika Tresoldi, che in passerella ha presentato la propria versione del tema “Dinamicità”.

 

COME SI È ARRIVATI A DEFINIRE LE 6 CAPSULE CHE HANNO SFILATO?

Il macrotema di partenza di tutto l’evento era “Sense”, che racchiudeva una ricerca sul concetto di estetica concepita come sensazione, intuizione, bellezza e percezione. Siamo partiti dalla ricerca del “bello” prestando attenzione al contenuto e al significato dell’immagine, oltre che all’estetica stessa, per rrovare il “bello nel bello”, ossia la bellezza pura, naturale e non costruita. Seguendo questo percorso siamo giunti alla costruzione di diversi ambienti estetici, ognuno caratterizzato da un proprio temperamento, sui quali noi studenti del terzo anno abbiamo lavorato per trarne le caratteristiche principali che ci hanno dato modo di progettare le 6 capsule che hanno sfilato all’evento: Autenticità, Simbolico, Stasi, Dinamicità, Equilibrio e Intensità.

Il gruppo di cui facevo parte ha elaborato la capsule “Dinamicità”: abbiamo iniziato con la realizzazione di un moodboard, analizzando il termine e cercando di attribuirgli aggettivi e caratteristiche, per poi passare alla scelta di immagini che più rappresentavano il nostro concetto di dinamicità e alla scelta finale di colori, forme e volumi che avrebbero composto la capsule.

Siamo partiti da immagini di ambienti estetici calmi, rarefatti, con una prevalenza di colori caldi e non nitidi; l’atmosfera generale cambia nel momento in cui viene inserito un movimento, che diventa sempre più forte e concentrico, trasformando i colori da caldi e rarefatti a freddi e definiti, e rendendo le immagini sempre più precise e nitide. Il tutto è stato poi tradotto in linee per identificare ciò che sarebbe poi emerso nella collezione.

La ricerca iniziale, volta a costruire il moodboard, è stato il filo conduttore per tutti noi; poi ognuno l’ha interpretato in modo personale nella progettazione e creazione del proprio outfit.

“Dinamicità”

 

TU QUALE INTERPRETAZIONE HAI VOLUTO DARE CON IL TUO OUTFIT?

Ho provato ad esprimere il tema “Dinamicità” attraverso più elementi: un movimento che sembrasse il più naturale e meno costruito possibile, l’alternanza dei colori, la pesantezza dei tessuti. La fluidità e il colore della camicia, per esempio, rappresentavano il primo step cui ho accennato sopra, ossia l’ambiente estetico poco nitido e definito; allo stesso tempo il nodo centrale della camicia rappresentava il moto concentrico, motore della trasformazione degli ambienti che avevamo scelto di rappresentare.

 

QUALI MATERIALI HAI UTILIZZATO? HAI INCONTRATO ALCUNE DIFFICOLTÀ?

Per creare il mio outfit ho utilizzato diversi tessuti: diagonale di lana per il giubbino crop; popeline di cotone accoppiato con un doppio strato di chiffon di seta per la camicia; infine, crepella di lana e denim per il pantalone.

A livello di confezione, il capo con cui ho avuto più difficoltà è stata la camicia, perché era la prima volta che cucivo un tessuto così leggero. Inoltre, le due parti del davanti sono state tagliate in sbieco per poter ottenere il movimento e volume desiderato, e ciò ha reso il tessuto meno stabile e più difficile da gestire e cucire.

 

QUALI TECNICHE DI CONFEZIONE HAI UTILIZZATO PER MANTENERE L’EFFETTO VOLUMINOSO E MOVIMENTATO DELL’OUTFIT CHE POI ABBIAMO VISTO SFILARE?

Senza dubbio si sono dimostrate essenziali le conoscenze di modellistica apprese in questi anni di Istituto.

Per dare volume al giubbino ho utilizzato i tagli in modo da creare delle bombature, e ho sfruttato la fodera interna per intensificare l’effetto e creare sulle maniche un movimento naturale che compiamo spesso involontariamente, ossia il tirarle su per accorciarle.

Per quanto riguarda invece la camicia, in modellistica ho sfruttato i tagli e le pince, così da creare il nodo centrale da cui partiva il massimo punto di movimento; poi, grazie anche ai tessuti stessi che erano leggeri ma al contempo lavorati in modo da trasmettere più volume possibile, ho unito il tutto con cuciture a macchina e punti invisibili a mano per bloccare l’insieme.

Infine, nel realizzare il doppio pantalone ho sfruttato l’effetto ottico della sovrapposizione di due tessuti differenti per colore e pesantezza. Attraverso i buchi di quello superiore fuoriusciva quello inferiore, intensificando l’effetto di volume naturale; mi sono aiutata modellando il capo direttamente sul manichino, in modo da creare il risultato più naturale possibile, fermandolo con punti a mano all’interno del jeans.

Focus manica

Per creare gli outfit il tuo gruppo ha ricevuto un supporto esterno o si è confrontato con professionisti del settore?

Sì, abbiamo collaborato con Project Officina Creativa, che ci ha fornito il tessuto cardine dell’intera capsule “Dinamicità”: ci hanno dato la possibilità di approfondire le caratteristiche, le rifiniture e le lavorazioni migliori per questi capi, e di studiare e progettare effetti, lavaggi e tinture che più rappresentavano il nostro moodboard iniziale.

Siamo partiti con una una ricerca teorica per vagliare tutte le opzioni a disposizione e ci siamo ispirati ai concetti, alle immagini e ai colori del nostro moodboard iniziale per creare e modificare immagini dei tessuti finali che volevamo in collezione. Project Officina Creativa ci ha lasciato molta libertà per quanto riguarda la progettazione e colorazione dei tessuti; il loro team ha eseguito per noi diverse prove che di volta in volta ci ha inviato, così da tenerci aggiornati e darci un riscontro sugli effetti che avevamo richiesto.

 

PER CREARE GLI OUTFIT IL TUO GRUPPO HA RICEVUTO UN SUPPORTO ESTERNO O SI È CONFRONTATO CON PROFESSIONISTI DEL SETTORE?

Ho iniziato il triennio guidata dal desiderio di imparare a “creare” da sola, partendo da una mia idea, da un’immagine o un concetto astratto e arrivando a progettare in autonomia tutto ciò che mi avrebbe permesso di realizzare un outfit. Gli studi che ho svolto all’interno dell’Istituto mi hanno permesso di raggiungere l’obiettivo, trasmettendomi una solida base di conoscenze di Fashion Design, modellistica e lavorazione tecnico-pratica.

Riuscire a dare vita a qualcosa di mio, di unico, è sempre stato il mio sogno; in questi 3 anni l’ho realizzato, ho acquisito tutte le competenze necessarie per lavorare con cognizione di causa e sperimentare, stimolando e sviluppando la mia creatività.

Una volta terminato il percorso di studi mi piacerebbe lavorare in un luogo dove poter crescere professionalmente, approfondendo le conoscenze che ora possiedo e misurandomi con un nuovo ambiente che, mi auguro, mi permetta di restare curiosa e desiderosa di imparare come sono sempre stata.

In un futuro più lontano, dopo aver fatto esperienza e magari aver sperimentato diversi ruoli, mi piacerebbe intraprendere l’avventura di un mio brand o atelier, un piccolo negozietto dove poter realizzare i sogni di chiunque desideri un capo unico e personale ma non ha le capacità per poterlo creare; questo rappresenterebbe un successo per la me di oggi e per la me stessa bambina che con il tempo, la determinazione e la pazienza è riuscita ad arrivare dove si era prefissata.

 

Due parole con Matteo Secoli, Presidente dell'Istituto Secoli

Il Secoli Fashion Show torna in presenza dopo la parentesi di questi ultimi due anni, e lo fa in una nuova location. Come vi siete trovati?

È stato tutto molto più semplice in termini organizzativi. Il Talent Garden è una location ideale in quanto specifica per sfilate: è meno capiente e dispersiva della precedente (l’Alcatraz Milano), gli outfit sono più vicini a chi osserva e l’evento ne risulta decisamente valorizzato.

Questa classe di studenti ha iniziato nel 2019/2020 e concluso il percorso nel 2021/2022: quali sono state le sfide nel gestire le lezioni a distanza?

In effetti hanno cominciato in un momento sfortunato, ma i risultati sono all’altezza di quelli ottenuti da tutte le generazioni precedenti, anche se il percorso formativo è stato meno lineare. Sono soddisfatto e orgoglioso di questa classe, ha reagito alle difficoltà incontrate con una resilienza che altri prima non hanno dovuto dimostrare.

Dal punto di vista formativo la pandemia ha richiesto una programmazione più rigorosa, perché nella docenza non si può improvvisare. Certo, ogni anno si introducono elementi nuovi, ma la didattica composta da materie diverse e allo stesso tempo intrinsecamente collegate come la modellistica e la prototipia  è complessa e necessita di una struttura solida. Gli studenti si sono adattati ai cambiamenti in corsa con grande disponibilità.

Il lato positivo è che questa esperienza ci ha offerto spunti di innovazione e aggiornamento: abbiamo implementato nuovi strumenti, come webinar, dirette streaming, dispense digitali, contenuti online, aula fisica + virtuale. Abbiamo capito che alcune materie funzionano meglio in presenza, altre invece rimarranno in didattica mista.

È stato cruciale l’aiuto dei nostri docenti e collaboratori, che vivono la didattica come una missione a prescindere dalle difficoltà: sono stati bravissimi a uscire da una zona di comfort fatta di una didattica tradizionale e a imparare velocemente a gestire al meglio nuovi strumenti e nuove modalità di insegnamento.

Matteo Secoli

Quale preparazione c’è dietro all’evento?

L’evento si compone di due momenti distinti.

Il primo è “Secoli Fashion Show”, che rappresenta il punto di arrivo del percorso didattico triennale e completa il lavoro svolto a scuola.

Seguiamo il processo progettuale che porta alla realizzazione delle collezioni di un brand, offrendo ai ragazzi l’opportunità di fare ricerca, collaborare con le aziende, studiare materiali e lavorazioni particolari. Nel concreto, la direzione artistica e creativa dell’Istituto sceglie il tema di fondo, che poi viene suddiviso in sottotemi proposti agli studenti. All’interno di ciascun gruppo di lavoro 6-7 studenti sviluppano il concetto della collezione, campionano i materiali, costruiscono la cartella colori, scelgono gli accessori e le lavorazioni centrali del progetto collezione; poi ogni studente sviluppa una sua collezione interpretando in maniera autonoma i concetti e i materiali scelti.

Verso dicembre/gennaio  viene scelto il look più iconico di ogni collezione: da lì si procede allo sviluppo del modello e poi del prototipo. Ogni  studente quindi ha il tempo necessario per fare ricerca su lavorazioni e materiali specifici, per sbagliare, imparare a rimediare. Cerchiamo di trasmettere che la Moda è sempre un lavoro di gruppo.

Il secondo momento è dedicato ai “Designer to Watch”: i migliori alumni dell’istituto che hanno dimostrato di possedere particolari capacità tecniche, competenza nella ricerca dei materiali, originalità nell’interpretazione delle tendenze, e che portano in passerella le loro inedite capsule collection.

A conclusione dello show ha detto che “Oggi la Moda sta vivendo un momento di rottura che apre a nuove sfide.” Qual è il modo migliore per adeguarsi ai tempi e anticipare le esigenze del settore?

Senza dubbio bisogna possedere una grande competenza tecnica, ma sempre unita a una spiccata creatività che va coltivata e non soffocata, altrimenti nulla impedirebbe alle macchine di svolgere il nostro lavoro e paradossalmente, proprio le tecnologie digitali in questo possono offrire un aiuto prezioso. Tradizione e innovazione sono da sempre i pilastri della formazione nel nostro Istituto.

Il percorso triennale è improntato su un modello formativo accademico, basato sulla trasmissione di queste competenze tecniche e creative insieme a materie spiccatamente teoriche come Sociologia della Moda, Marketing/Merchandising applicativo, Storia del Design, Critica della Moda. Per il futuro pensiamo di continuare a bilanciare materie applicate a insegnamenti di natura culturale, così da aiutare i ragazzi sia a “imparare il mestiere”, sia a sviluppare un giudizio critico su quello che fanno e sul settore in cui lavoreranno.

Infine, i progetti che prevedono sperimentazioni con nuovi materiali e macchinari (anche in collaborazione con aziende e brand) restano di fondamentale importanza sia per formare i ragazzi sia per stimolare il nostro corpo docenti.