Dal 22 novembre al 15 dicembre 2024 c’è un appuntamento da non perdere: un incontro fra moda, teatro e tradizione tessile, aperto non solo agli addetti ai lavori ma a tutto il grande pubblico.

A Prato, nella storica sede del Lanificio Balli (il “Fabbricone”), apre le porte la mostra “Omaggio a Walter Albini”, dedicata alla creatività dello stilista considerato il padre del prêt-à-porter italiano.

Il percorso è uno spin off della mostra “Walter Albini, il talento, lo stilista” organizzata dal Museo del Tessuto di Prato ed è visitabile presso il Polo Campolmi.

Info per visitare la mostra

OMAGGIO A WALTER ALBINI

  • Luogo: Balli Il Lanificio, Fabbricone storico – Via Bologna 106, Prato
  • Date: 22 novembre – 30 novembre
  • Orari: Lunedì – Venerdì: dalle 15:00 alle 19:00 – Sabato e Domenica: dalle 10:00 alle 19:00
  • Ingresso: gratuito, ma è necessario prenotare. Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura
  • Visite guidate: prenotazione obbligatoria
    Lunedì – Venerdì (due slot): 15.00 e 17.00
    Sabato e Domenica (quattro slot): 10.00 – 12.00 – 15.00 – 17.00
    (Durante il fine settimana è possibile partecipare alla visita guidata del Fabbricone, storica sede del lanificio)
    Per le scuole è possibile prenotare visite guidate al mattino nel corso della settimana.

Info e prenotazioni

AGGIORNAMENTO: Inizialmente il termine era previsto per il 30 novembre ma, visto il successo di pubblico, sono state aggiunte alcune date a dicembre.

  • venerdì 6, sabato 7, domenica 8 dicembre;
  • venerdì 13, sabato 14, domenica 15 dicembre.

In questi giorni la mostra è aperta dalle 15:00 alle 18:00, con visite guidate alle 15:00 e alle 16.30.
Il sabato e la domenica è possibile partecipare anche alla visita guidata del Fabbricone, storica sede del Lanificio.

Dettagli della mostra c/o Balli

La mostra, ideata e co-curata per Balli dall’architetto Filippo Boretti, propone per la prima volta 12 disegni originali – di proprietà del Museo del Tessuto – immaginati dallo stilista per vestire i protagonisti di Latina: opera noir scritta nel 1982 dall’autore e regista teatrale Luca Ronconi ma mai effettivamente andata in scena.

Anche i costumi immaginati da Albini, di conseguenza, restarono all’epoca inespressi. Sono abiti sognati, ma mai cuciti né mai indossati. Almeno fino a oggi.

Partendo da quei disegni, l’Ufficio Stile Balli – con i tessuti della sua ultima collezione e la consulenza del Museo del Tessuto – ha confezionato in esclusiva ben 5 di quei costumi.

Un lavoro di alta sartoria eseguito nel rispetto delle forme e dei volumi immaginati dallo stilista: un cappotto donna, un completo Chanel in due pezzi, un giubbotto da bambino, una tunica, un vestito donna accompagnato dal suo soprabito senza maniche.

Dal fare al dire

La mostra nasce dal desiderio di Balli il Lanificio di farsi portavoce di messaggi culturali che raccontino i successi e i saperi del Tessile italiano, nelle sue tante sfaccettature.

Balli vuole stimolare un dialogo su temi centrali del comparto, come l’artigianalità, la creatività, la passione e l’esperienza, ma anche l’attenzione al dettaglio, il legame al territorio, il recupero delle tradizioni, e tanti altri fattori che da sempre caratterizzano il Lanificio.

La nostra mostra dedicata ad Albini segna il debutto di un palinsesto culturale firmato Balli. Altri eventi nel tempo seguiranno.

Il passo compiuto da Balli appare naturale: da fabbrica produttiva a fabbrica di cultura. Da azienda, che da oltre 70 anni realizza tessuti venduti ovunque nel mondo, a fulcro di iniziative capaci di aprire nuovi dialoghi con la comunità.

Leonardo Raffaelli, Managing Director di Balli il Lanificio

Il Fabbricone diventa così un luogo iconico, che crea contenuti, promuove mostre, organizza eventi, propone appuntamenti. Uno spazio che supera il suo côté industriale e che con orgoglio, passione e senso di appartenenza, diffonde tutto il bello (e il buono) che il suo territorio è capace di esprimere. È cultura tessile, certo, ma anche artistica, architettonica, turistica.