Per i costruttori di macchine tessili italiani, che si sono riuniti ieri nella consueta assemblea annuale di Acimit, è indispensabile riprendere un percorso di crescita interrotto due anni fa, puntando sulle caratteristiche strutturali del meccanotessile italiano (innovazione e ricerca, versatilità, alto livello tecnologico), ma anche su una più forte spinta all’internazionalizzazione per intercettare nuove opportunità di business sui mercati emergenti.
Nel 2013 è proseguita la contrazione dell’attività produttiva del settore già evidenziata l’anno precedente (-6% rispetto al 2012, per un valore di 2,3 miliardi di euro). A pesare sul risultato finale sono prevalentemente un mercato interno stagnante e la flessione dell’export (-5%), dovuta alla debolezza dei principali mercati esteri (Cina e India) a cui si aggiunge l’effetto prodotto dall’apprezzamento dell’euro nei confronti di alcune valute locali, che ha frenato le vendite nei rispettivi Paesi.
L’industria italiana delle macchine tessili, pur rimanendo ai vertici mondiali, deve affrontare una concorrenza agguerrita, con la Cina in crescita, sia quale mercato di riferimento a livello mondiale, che quale fornitore di tecnologia. “Pur mantenendo delle nicchie di eccellenza riconosciute a livello mondiale, spiega Raffaella Carabelli, presidente di ACIMIT, il nostro settore deve attrezzarsi per affrontare uno scenario in forte evoluzione. Dobbiamo, ancor più che in passato, puntare su innovazione e ricerca e sulla nostra capacità di interpretare, prima dei concorrenti, i segnali che provengono dal mercato.
L’Osservatorio ACIMIT 2014, dal titolo ”Il commercio mondiale di tessile-abbigliamento: uno scenario al 2020” è stato dedicato agli scambi internazionali nelle diverse aree di business del tessile-abbigliamento, illustrandone l’evoluzione fino al 2020.
Lo scenario conferma la leadership assoluta della Cina nel commercio mondiale del settore e un suo rafforzamento anche nei prodotti Technology Based (tessile tecnico, abbigliamento sportivo e underwear tecnico) e non solo nelle Commodity (filati, tessuti a maglia, tessuti a trama). Altra evidenza dello studio, realizzato dalla società di consulenza StudiaBo, è la predominanza dei fattori “price” nella competizione internazionale anche nei prossimi anni. In particolare, sono attesi progressi da parte di Vietnam e Cambogia (soprattutto nei prodotti Fashion Based, comprendenti abbigliamento esterno, biancheria intima, calzetteria). Sui segmenti low-price si prevede l’emergere di nuovi Paesi concorrenti a basso costo.
Per le imprese del tessile-abbigliamento dei Paesi ad alto costo del lavoro la sfida sarà necessariamente giocata sulla capacità di orientare i propri modelli di business nel cogliere al meglio i macro-trend in atto nel mercato. Lead-time, produzioni di qualità inserite in filiere integrate, competenze di prodotto, ma soprattutto di mercato e organizzative, appaiono i principali fattori critici di successo, che tenderanno a premiare i modelli organizzativi più innovativi, orientati alla costruzione di reti lunghe di competenze, alla comprensione dei bisogni e dei cambiamenti in atto nei gusti del consumatore, alla capacità di servire velocemente i mercati di sbocco.
Le competenze “trasversali” e di mercato, la collaborazione con gli utilizzatori per lo di nuove applicazioni tecniche e di nuovi prodotti sarà fondamentale per i costruttori di macchine. Non da ultimo, la (ri)scoperta delle economie di prossimità potrà abilitare una manifattura integrata di qualità e un modello produttivo e distributivo veloce e flessibile in grado di abbattere i tempi di risposta alle sollecitazioni del mercato.