stime menswear italiano 2018

In occasione dell’inizio di Pitti Immagine Uomo, inaugurato ieri a Firenze e giunto alla sua 95esima edizione, il Centro studi di Confindustria Moda ha diffuso stime prudenziali secondo le quali il 2018 avrebbe segnato una moderata crescita per la moda maschile italiana. I dati si basano su indagini campionarie interne e sull’andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento.

Stando al comunicato, il comparto presenterebbe un incremento di fatturato dell’1,5% (+3,4% nel 2017) e avrebbe oltrepassato i 9,4 miliardi di euro. Il valore della produzione si conterebbe invece il +2,8%.

Import ed export

L’import in Italia sembra aver ripreso slancio (+6,4% a 4,23 miliardi, dopo il -0,8% del 2017), ma il saldo commerciale resta attivo per 2,11 miliardi.

Nel 2018 anche l’export, seppur rallentando dal periodo estivo in avanti, avrebbe registrato un aumento del 3,9% (+5,2% nel 2017) totalizzando 6,34 miliardi di ricavi: nel primo semestre era cresciuto del 5,5%. Le statistiche relative ai primi nove mesi del 2018 mostrano che la Germania, primo partner commerciale dell’Italia nel menswear, ha comprato il +3,5%. Il Regno Unito, secondo buyer, registra un +8,1%; segue la Francia con +2,2%.

Grazie a Cina (+27,7%) e Corea del Sud (+18,2%) il mercato del Far East continua a dimostrarsi favorevole alla moda maschile italiana. Il Giappone cresce solo dell’1,2%, Hong Kong del 3,6%. Performance positive anche in Usa (+2,8%) e Russia (+6,4%).

I consumi nazionali, invece, sembrano mostrare “una dinamica tra le peggiori registrate dal 2013”, con un -4,6% annuale.

Le previsioni per il 2019

Per l’anno appena iniziato il Centro studi di Confindustria Moda, basandosi su un’indagine campionaria, prospetta “una stablità delle condizioni congiunturali sperimentate nel 2018”, con “indicazioni di basso dinamismo per la domanda sia nazionale sia estera” emergenti dall’analisi della raccolta ordini per la prossima primavera/estate.