L’Area Studi Mediobanca ha presentato il nuovo report sul Sistema Moda, che aggrega i dati finanziari di 70 multinazionali della Moda e delle 134 grandi Aziende Moda Italia.

Le notizie sono buone in generale, ma in Italia c’è ancora da recuperare: dopo il forte impatto del Covid sul settore, le multinazionali della moda superano i livelli pre-crisi con un bel rimbalzo del +32% nei primi 9 mesi 2021, anno in cui è cresciuta anche l’attenzione alla sostenibilità. Le grandi Aziende Moda Italia, invece, gioiscono per la crescita importante, comunicando però che non è sufficiente a tornare ai livelli pre-crisi.

Nel 2020, i 70 maggiori player mondiali della moda hanno fatturato complessivamente 379 miliardi di euro, di cui il 55% generato dai gruppi europei e il 34% dai nordamericani. Si è trattato di un calo che ha fatto arretrare i ricavi delle multinazionali della moda fino ai livelli del 2017.  Nel 2020 è  calata anche l’occupazione, con circa 15.400 addetti in meno, per una forza lavoro totale di quasi 265.000 unità a fine 2020.

Sistema Moda: la situazione oggi

Tornando a tempi più recenti, il mercato europeo ha registrato un +25%, mentre quello asiatico ha visto un’accelerazione sulla scia della Cina (+38% escludendo il Giappone) insieme con quello americano (+37%, trainato dagli Stati Uniti).

Per l’intero anno 2021 i primi dati indicano una repentina ripresa a “V” con una crescita del fatturato a livello aggregato del +28%, il che permette alle multinazionali della Moda di superare i livelli pre-crisi (+10%). Nel 2021 le vendite online proseguono nella loro crescita, raggiungendo oltre un quarto del giro d’affari complessivo.

Fra i 30 gruppi europei, l’Italia con le sue sette big è il Paese più rappresentato a livello numerico, ma è la Francia, con una quota del 38% del fatturato aggregato, ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari. Al primo posto per ricavi tra i colossi mondiali c’è LVMH (44,7 miliardi di euro). Seguono Nike (36,3 miliardi di euro), Inditex (20,4 miliardi di euro), che controlla Zara, la tedesca Adidas (19,8 miliardi di euro), la svedese H&M (18,6 miliardi di euro), la giapponese Fast Retailing (15,9 miliardi di euro), che detiene il brand UNIQLO, ed EssilorLuxottica (14,4 miliardi di euro).

In Italia, la prima è Prada (€2,4mld), al 38esimo posto in classifica.

L’impatto della crisi è stato più evidente per le imprese a controllo italiano rispetto a quelle a controllo estero, sia in termini di ridimensionamento del giro d’affari che in termini di contrazione della reddività.

Infine, un dato sulle donne ai vertici: più presenti nelle aziende francesi e statunitensi.