Prato: terminata la prima fase di indagine sulla mappatura della filiera

Una fotografia approfondita e attendibile, che disegna la situazione delle filature tessili cardate grazie a un lavoro di attenta analisi, svolta con interviste dirette su 74 imprese del settore, il 90 per cento di quelle che risultano ancora attive in questo campo: è un quadro per certi versi sorprendente quello disegnato dalla prima parte della mappatura tessile, dedicata proprio alle filature cardate. Un lavoro di mesi che racconta l’evoluzione di un settore ritenuto per anni il cuore pulsante del distretto, dove operano imprenditori che ancora credono nel futuro di questa attività.

L’indagine sulla mappatura tessile è stata promossa dalla Camera di Commercio di Prato con il contributo del Progetto Prato della Regione Toscana, coordinata da Confartigianato con la collaborazione di Cna e Unione Industriale Pratese; la parte sulla filatura cardata è solo il primo capitolo di una serie di approfondimenti che poi coinvolgerà anche le tessiture e la nobilitazione, per avere un quadro completo sullo stato di salute del distretto.

“Questa indagine è stata promossa per aver un quadro chiaro della situazione e capire come sta realmente le filiera, per mettere in campo politiche adeguate”, ha commentato Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato.

“La mappatura, così come l’abbiamo costruita, è uno strumento di analisi nuovo, che ci racconta lo stato di salute del distretto grazie a interviste dirette agli imprenditori, che sono il fulcro di questo lavoro”, aggiunge Moreno Vignolini, vicepresidente di Confartigianato.

Lo stato delle filature cardate

Erano 239 le filature cardate che nel 2002 operavano nel distretto, producendo un fatturato di 170 milioni di euro; nel 2012 sono ridotte a 82 con 68 milioni di fatturato. Questo è il primo dato che salta agli occhi, che mette in luce un forte ridimensionamento del settore. Un settore “storico”, dove nessun nuovo impianto è stato installato negli ultimi 10 anni. E’ anche un settore che si regge sulle competenze dei propri titolari, con imprese indipendenti in 9 casi su 10, prevalentemente sotto il controllo familiare. Il fatturato medio è di 875 mila euro, con 9 imprese che fatturano oltre 1,5 milioni di euro. I costi dell’energia hanno un’incidenza fortissima sui bilanci delle aziende: quasi il 50 per cento dichiara un’incidenza superiore al 15%.

I rapporti all’interno della filiera

Se quello appena disegnato è il quadro generale in cui le aziende operano al loro interno, molte altre considerazioni emergono su come queste aziende si relazionano con il distretto e con le altre aziende. Ben 4 su 5 lavorano esclusivamente con committenti del distretto; mediamente ogni azienda ha 8 clienti e negli ultimi anni i rapporti sono rimasti stabili, anche se raramente formalizzati. La situazione di quelle aziende che operano con clienti estra