Fare abiti con gli scarti di mele ma anche calzature, borse, rivestimenti di divani e interni di automobili è possibile. Succede grazie a Appleskin, biopolimero realizzato da Frumat con scarti di mele dell’Alto Adige (bucce, torsoli) miscelati a poliuretano (50%) e accoppiati a tessuti.
Il risultato è un materiale biodegradabile che interpreta la filosofia dell’economia circolare e recupera cellulosa altrimenti destinata alla termovalorizzazione, raggiungendo anche un ottimo effetto estetico.
Alma s.p.a. di Montecosaro ha utilizzato la pelle mela nella nuova collezione di Khrio, mentre Matea Benedetti, brand della moda sostenibile lanciato da una giovane stilista Mateja Benedetti e dalla Graphic Designer Sasa Kladnik, ha realizzato abiti importanti guadagnandosi la finale del Green Carpet a Milano il 24 settembre scorso.
Se l’aspetto estetico è importante a Hannes Parth, titolare di Frumat interessa anche la verifica del grado di sostenibilità della sua appleskin. ‘”Il nostro ufficio stile è molto attento a intercettare il gusto del pubblico – ci ha spiegato– ma non perdiamo di vista l’obiettivo: realizzare un materiale sostenibile. Per questo stiamo studiando con il Politecnico di Milano l’impronta di CO2 della mela-pelle utilizzate nell’automotive”.