di Avv. Gianluigi Fioriglio – Avv. Cristina Brilli
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L’Unione Europea ha intrapreso da diversi anni la strada dello sviluppo sostenibile dei processi di produzione con lo scopo di garantire una maggiore tutela della salute dei consumatori e dell’ambiente, vietando o limitando l’utilizzo di sostanze chimiche e inquinanti ritenute fortemente dannose.

La produzione tessile, in particolare, è un settore centrale in questo percorso – e con essa tutti i connessi settori dell’importazione di materiali e della commercializzazione e distribuzione dei prodotti. Il rilievo di questo settore è dimostrato, in modo lampante, dalle numerose segnalazioni di non conformità che vengono raccolte dal Rapex, un sistema centralizzato istituito dall’Unione Europea che permette di gestire rapidamente gli interventi di ritiro dal mercato di prodotti pericolosi per la salute e per la sicurezza dei consumatori (in Italia, il sistema è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico).

Normativa in merito

Il panorama normativo rilevante è piuttosto complesso e comprende attualmente:

– il Regolamento REACH – Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals, vale a dire il Reg. (CE) n. 1907/2006 relativo a registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche;
– il Reg. (CE) n. 850/2004, cosiddetto Regolamento POP – Persistent Organic Pollutants, ovvero Inquinanti organici persistenti.

A ciò si aggiunga che entrambi questi regolamenti sono stati più volte modificati ed integrati, in particolare nell’elenco dei prodotti che ne sono oggetto: il Regolamento POP è in corso di ulteriore modifica anche ora e le ultime novità del Reach sono entrate in vigore il primo dicembre scorso. Inoltre, per l’abbigliamento destinato ai bambini fino ai quattordici anni trova applicazione anche la normativa EN 71 (sulla sicurezza dei giocattoli).

I tessuti e la gestione dei rischi per la salute e per l’ambiente

Alle aziende si richiede quindi una particolare attenzione, sia perché le operazioni di controllo imposte da questa complessa struttura normativa riguardano tutti i prodotti tessili – inclusi cuoio e pellami – che vengono introdotti sul mercato europeo, sia perché spetta loro, in quanto aziende operanti su questo mercato, l’individuazione dei rischi connessi all’utilizzo delle sostanze prodotte o impiegate nella produzione o nella vendita.

Sulle aziende ricade infatti l’onere della prova di dimostrare all’ECHA – European Chemical Agency – da un lato, come sono stati gestiti questi rischi e, dall’altro lato, che i consumatori siano stati correttamente informati sulle misure adottate per controllare tali rischi.

 

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