Avv. Giuseppe Croari – Dott.ssa Camilla Torresan
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Già da tempo, molte aziende della Fashion Industry hanno dovuto implementare il loro processo di digitalizzazione affidandosi a diversi strumenti tecnologici per poter continuare a svolgere le loro attività.

Tale processo, tra l’altro, è stato accelerato dalla pandemia da Covid-19 che ha fortemente modificato il mondo della Moda, mediante l’implementazione ad esempio della realtà aumentata per l’e-shopping e del virtual showroom, nonché della creazione della Digital Fashion Week.

La Digital Fashion Week

Già nel 2014, durante la settimana della Moda di Londra, l’azienda Topshop aveva presentato una sfilata virtuale unica nel suo genere. In particolare, grazie alla collaborazione con l’agenzia 3D Inition, Topshop aveva creato un’esperienza virtuale (mediante l’utilizzo di occhiali Oculus Rift) in cui lo spettatore poteva vedere, attraverso una live streaming, tutta la sfilata.

Tramite l’utilizzo di due telecamere HD con un angolo di ripresa di 180°, gli spettatori avevano potuto partecipare alla filata e sentire l’audio della medesima, prendendo a tutti gli effetti parte all’evento, nonostante non fossero fisicamente presenti.

Con la crisi pandemica, le aziende della Fashion Industry hanno dovuto accelerare ancora di più il loro processo di digitalizzazione. Nel mese di luglio 2020 avevamo assistito alla prima Milano Digital Fashion Week in modalità interamente digitale. Per questa occasione, infatti, la Camera Nazionale della Moda Italiana aveva predisposto una piattaforma digitale. Più in dettaglio, diverse società, come Accenture, Microsoft e PwC avevano collaborato per creare una piattaforma multimediale, in cui, da una parte, si potesse accedere a contenuti fotografici e video e, dall’altra, fosse possibile partecipare a webinar di approfondimento sul tema della Moda e ai backstage di ogni brand.

Nonostante il miglioramento della situazione pandemica, il 27 settembre 2021 si è conclusa la Milano Fashion Week con ancora alcuni eventi svolti interamente online, comprese intere sfilate.

Le sfilate digitali e la protezione dei dati degli utenti

La persistenza di questa digitalizzazione dimostra quanto ormai le tecnologie informatiche siano diventate parte integrante della Fashion Industry.

L’uso di tali tecnologie ha prodotto negli ultimi anni un ingente aumento della quantità di dati personali trattati per lo svolgimento di queste attività rispetto ad un tempo. Pertanto, anche le aziende del settore della Moda devono ormai fare attenzione al corretto rispetto della normativa vigente sulla protezione dei dati (GDPR), applicandone i principi e adempiendo agli obblighi previsti per il trattamento dei dati personali.

Restiamo sul tema degli eventi digitali.

Solo per organizzare e gestire la partecipazione dei vari soggetti interessati alla Digital Week, le aziende di Moda hanno dovuto raccogliere i dati personali dei partecipanti, chiedendo loro di registrarsi con un proprio profilo digitale: questa attività richiede che all’interessato venisse preventivamente fornita un’idonea informativa ai sensi dell’art. 13 del GDPR.

A ciò potrebbe aggiungersi la volontà delle aziende di utilizzare i dati così raccolti anche per fini promozionali e/o di marketing: trattamento questo che richiede che sia necessariamente e preventivamente acquisito il consenso espresso dell’interessato mediante un’idonea informativa (si veda, ad esempio, Provvedimento n. 9120218 del 12 giugno 2019 del Garante Privacy).

Pur avendo citato solo un paio di esempi, quello che emerge come evidenza è la massima attenzione che le aziende della Fashion Industry devono ad oggi dare alla protezione dei dati personali e al corretto e complessivo rispetto dei principi e delle prescrizioni previsti dalla normativa.

 

 

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