Avv. Giuseppe Croari – Avv. Cristina Brilli
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Sebbene vi sia anche chi ha pensato di incidere le impronte digitali degli sposi nelle fedi nuziali quale simbolo di amore eterno, alla capacità distintiva univoca di questi dati biometrici viene normalmente affidato un compito molto meno romantico.

Le impronte digitali sono ormai diventate, infatti, un comune strumento di riconoscimento degli individui, impiegato sempre più frequentemente come credenziali di autenticazione per l’accesso a banche dati e sistemi informatici, al posto dei classici user-ID e password.

Impronte digitali e cyber security

Tra i problemi più rilevanti che si accompagnano all’odierno utilizzo massivo delle impronte digitali vi è il rischio che i sistemi utilizzati per raccogliere e memorizzare questi dati non siano dotati di misure di sicurezza adeguate.

Il livello di protezione offerto dovrebbe infatti tenere in considerazione che, se da un lato le impronte – come qualsiasi altro dato biometrico – sono un tratto caratteristico unico e immutabile del soggetto a cui appartengono, dall’altro lato questo comporta che, una volta compromesse, diventano del tutto inutilizzabili come credenziali di autenticazione personale.

Le conseguenze di questa tendenza sono trasversali ed evidenti anche nel mondo del Fashion.

Un anello per le impronte

Mentre la possibile carenza di tutele sta creando guai ad un colosso della moda, citato in giudizio (negli Stati Uniti) per un presunto trattamento illecito delle impronte digitali dei propri dipendenti utilizzate al posto dei comuni marcatori temporali per documentare le ore lavorate, un altro colosso, specializzato, però, in sicurezza informatica, avvalendosi della collaborazione di un designer e di un’agenzia creativa, ha deciso di riprodurre delle impronte digitali artificiali in un anello.

Sempre di più i capi di abbigliamento e gli accessori di Moda vengono integrati con sistemi informatici di ogni genere, fornendo a chi li utilizza la più disparata utilità: in questo caso si vuole provare a ovviare proprio all’unicità che caratterizza i nostri dati biometrici.

Attraverso l’impiego di un software che va a creare in modo casuale una trama di conduttori rilevata dai sistemi informatici per l’autenticazione come un dito umano, un comune accessorio diventa uno strumento strategico per tutelare i dati personali degli interessati. L’utilizzo di questo anello avrebbe il duplice vantaggio di permettere, non solo, di mantenere riservati i dati biometrici reali dell’utilizzatore (ovvero le sue impronte digitali reali), ma anche di poterli sostituire agevolmente nel caso in cui venissero copiati, trafugati o, comunque, compromessi e non potessero più offrire un livello di sicurezza adeguato.

I rischi di una riproduzione artificiale

Il risvolto negativo, tuttavia, sta proprio nel fatto che questo strumento permette di creare delle riproduzioni artificiali di dati personali e fa, quindi, venire meno proprio quell’identità univoca che caratterizza invece le impronte digitali umane. Tant’è che lo stesso ideatore di questo anello ha sostenuto che si tratta soltanto di un passaggio verso una soluzione che permetta direttamente di tutelare l’identità delle persone.

Ad oggi, il problema che viene messo in luce anche da questo strumento, e che si pone alla base di tutte le innovazioni tecnologiche che negli ultimi anni stanno coinvolgendo così da vicino il settore della moda, rimane quello della sicurezza che i sistemi informatici che accompagnano questo progresso sono in grado di offrire.

Se, infatti, abbigliamento e accessori di Moda hanno dimostrato sempre più in questi ultimi anni di essere un perfetto canale di diffusione di idee innovative, perché permettono di migliorare sotto i più svariati fronti la qualità della vita degli utilizzatori, è fondamentale che designers, produttori e case di moda non tralascino mai una verifica molto attenta e rimessa a soggetti veramente competenti dei software impiegati e della protezione offerta dai sistemi e dagli archivi informatici utilizzati, a pena di trasformare il valore innovativo di questo sviluppo tecnologico del settore in una fonte di rischio enorme per i dati personali di chi acquista i loro prodotti.

 

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