Ricerca del bello e della raffinatezza si ritrovano nelle proposte prodotto elaborate da Gianni Bologna, responsabile creatività e sviluppo prodotto di FILO, che si terrà il 5 e il 6 marzo. “Nella società si intravede una aspirazione alla libertà di movimento, alla riduzione delle costrizioni di ogni tipo e alla semplicità che si materializza anche nella tendenza alla discrezione, che sempre più chiaramente si rafforza non solo nei nostri mercati evoluti, sofisticati (e in crisi) ma anche in quei settori di mercati emergenti che sino a poco fa cercavano l’ostentazione e l’esibizione compulsiva dei segni della ricchezza conquistata”. Perché dopo l’ubriacatura “social”, ora “torna centrale la “persona”, focalizzata di più di quanto non lo sia stata nel recente passato sulla propria individualità, desiderosa di riconquistare il tempo e lo spazio che le è proprio e dovuto”.
Nella passata stagione, si descriveva la iper-connessione e il conseguente dilagare della iper-comunicazione e della iper-personalizzazione che queste provocano soprattutto nelle fasce dei consumatori non ancora “agé”, ma a volte anche in quelle.
Ora riprendiamo quel filo, seppure volgendolo dal verso opposto. E ci chiediamo: cosa accadrebbe se un giorno tutti coloro che, in ogni istante della loro vita, risplendono collegati al vasto mondo grazie a telefonini sempre più “intelligenti (?)” e I-pad sempre più eterei, “in linea” nel cuore e nel cervello (e l’espressione “in linea” ha più di un significato, magari anche costrittivo), perennemente cinguettanti in diecine di network diventati forse non più tanto social, ma anti-social – , finita l’ubriacatura e disintossicati dalla dipendenza, facessero “clic” e spegnessero gli apparecchi ponendo fine al quel coacervo di dis/informazioni e connessioni che vortica intorno e dentro di loro?
Si tratterebbe di un gesto semplicissimo… tanto per non soffocare: staccarsi e scollegarsi, darsi tempo e silenzio. Ci sono molti segnali premonitori di una simile tendenza, di certo ce n’è un desiderio diffuso. Libertà di ozio, magari un tipo di ozio che può rivelarsi anche molto produttivo.
Si potrebbero coltivare e affinare pensieri, o anche semplicemente ritrovarsi con se stessi, oppure inventare un nuovo network che si prefigga di essere non tanto “social” quanto “individual”. Molto “individual”.
Tutto ruota intorno a un tempo che fino a ieri poteva essere considerato “perso” e che invece oggi pare si voglia fortemente riscoprire.
I TEMI TESSILI
Nei temi tessili ritroviamo quindi alcuni punti fermi:
– resta il desiderio di divertimento e fantasia, ma in quanto espressione della propria immagine e della propria personalità creativa e non come desiderio di mostrarsi;
– fermenta l’aspirazione alla libertà di movimento, alla riduzione delle costrizioni di ogni tipo e alla semplicità che si materializza anche nella tendenza alla discrezione, cui abbiamo già accennato in passato e che sempre più chiaramente si rafforza non solo nei nostri mercati evoluti, sofisticati (e in crisi) ma anche in quei settori di mercati emergenti che sino a poco fa cercavano l’ostentazione e l’esibizione compulsiva dei segni della ricchezza conquistata;
– è evidente come su tutto faccia aggio una posizione centrale comune ai due poli citati ed è quello della persona che tale vuole restare, o ritornare a essere, focalizzata di più di quanto non lo sia stata sulla propria individualità, desiderosa di (ri)conquistare il tempo e lo spazio che le è proprio e dovuto.
A questa tendenza in crescita sono ispirati i suggerimenti per le prossime stagioni. Si declinano in tessuti e capi con caratteristiche di non eccessiva visibilità formale e costruttiva e, a monte, in filati più lineari o con fantasie meno visibili rispetto alle stagioni passate, in forme più fluide e più comode, c’è una ricerca di nuovi stili e volumi, di un equilibrio tra eleganza e tessuti tecnici, di elementi sportivi ma mai pauperistici, silhouette bilanciate, calme, rigorose e in antesi con quella caoticità dei nostri tempi dalla quale si vuole evadere, quasi come da una prigione.