Il Centro Studi di Confindustria Moda, per Sistema Moda Italia, ha svolto delle elaborazioni preliminari al fine di ottenere una stima del fatturato del settore della Filatura italiana nel 2020-2021, sulla base dei dati forniti dalle aziende associate a SMI che hanno risposto all’Indagine Campionaria elaborata da Confindustria Moda.

È stata riscontrata una flessione del -22,7% su base annua, con il turnover settoriale che si pone di poco sopra ai 2.100 milioni di euro.
L’andamento negativo ha interessato sia la filatura laniera (da cui origina oltre l’80% del fatturato settoriale totale) sia quella cotoniera e liniera.

Il bilancio settoriale preconsuntivo risente anche dell’indebolimento che ha interessato le quotazioni della materia prima nel corso del 2020 (ma già emerso nel 2019). La debolezza del mercato emerge inoltre dall’analisi del trend dell’indice dei prezzi alla produzione rilevato da ISTAT: un calo del -1,2%.
Il valore della produzione è stimato in flessione, rispetto ai livelli raggiunti nel 2019, nella misura del -24,5%, risentendo anche del blocco delle attività produttive durante il primo lockdown.

In merito all’export, si registra un calo del -4,6% su base annua. Nel 2020, a seguito della crisi sanitaria globale, le esportazioni settoriali hanno subito una brusca frenata che portano a stimare una chiusura d’anno al -19,4%. Alla luce di questo, il fatturato estero del settore si attesterebbe sui 650 milioni di euro. Contestualmente, nell’anno
2020 l’import dovrebbe archiviare un decremento stimato al -29,0%, per un ammontare complessivo di circa 594 milioni di euro.
Nel 2020 il saldo commerciale con l’estero si porterebbe sui 58 milioni di euro. Relativamente al mercato interno, si prevede una flessione nell’ordine del -29,1%.

Tutte le tipologie di filato presentano dinamiche negative delle vendite estere. Più in dettaglio, le esportazioni di filati lanieri sia cardati sia pettinati presentano la performance peggiori: rispettivamente -25,9% e -24,4%. Restando in ambito lana, si registrano però anche i risultati meno sfavorevoli, ovvero il calo del -10,9% che ha interessato le vendite estere dei filati chimico-lana, ma soprattutto il “timido” decremento pari al -1,8% che ha caratterizzato il filato per aguglieria destinato all’estero. L’export di filati di cotone cede, invece, il -20,9%, mentre quello di lino il -19,7%.

 

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