Le aziende aumentano gli investimenti in pratiche sostenibili, sempre più consapevoli del legame tra sostenibilità, efficienza e reddittività
La sostenibilità è un requisito caro a un numero sempre maggiore di consumatori e le aziende del Fashion italiane si stanno adeguando: il 99% investe in sostenibilità, con una crescita del 10% rispetto al 2021 e quasi del 50% rispetto al 2020.
È questo ciò che emerge dal “Report Moda e Sostenibilità 2022” dello studio di consulenze Cikis, che ha raccolto dati strutturati di 48 brand e 47 aziende della filiera, tutti italiani, con fatturato superiore a 1 milione di euro.
Per il 57,7% degli intervistati, la direttrice degli investimenti verso pratiche più sostenibili è la competitività, mentre per un’azienda su 10 la necessità di essere competitivi è legata all’ottimizzazione dei processi produttivi, a dimostrazione del forte legame tra sostenibilità, efficienza e vantaggi economici.
Inoltre, se da un lato aumentano le imprese che investono in sostenibilità, diminuiscono quelle che si trovano a un livello avanzato di sostenibilità: -15,2% rispetto al 2021.
Dal “Report Fashion on Climate”, pubblicato da McKinsey in collaborazione con l’organizzazione non profit Global Fashion Agenda, si evince che il settore della Moda deve agire in modo sistemico lungo l’intera supply chain. Le aziende devono migliorare i processi produttivi, realizzando una pianificazione efficiente, ottimizzando la supply chain e riducendo gli sprechi in fase di progettazione e produzione.
Progettazione sostenibile dei prodotti per una reale circolarità
Secondo la Commissione Europea, la progettazione dei prodotti è il primo aspetto da considerare, perché determina fino all’80% dell’impatto ambientale del loro ciclo di vita.
Nella strategia per il Tessile sostenibile e circolare, contenuta all’interno della “Sustainable Products Initiative”, la Commissione propone quindi di ampliare il campo di applicazione della Direttiva sull’Ecodesign per coprire la più ampia gamma di prodotti possibile.
Il documento, che delinea le azioni concrete per realizzare una reale circolarità dei prodotti tessili immessi sul mercato europeo, prospetta anche un regime obbligatorio di responsabilità estesa del produttore e un passaporto digitale del prodotto che attesti i requisiti basilari di sostenibilità.