Le tecnologie per la Moda sono tornate a Firenze con l’edizione 2023 di e-P Summit, che ha ospitato 33 aziende espositrici e registrato oltre 700 visitatori.
Al centro di questo nuovo appuntamento, sempre organizzato da Pitti Immagine sotto la direzione creativa di Rinaldo Rinaldi, la transizione digitale e al contempo sostenibile della filiera da monte a valle.
Ha dimostrato di funzionare molto bene il format che integra tavole rotonde e keynote speech degli ospiti a un confronto diretto con le realtà presenti in stand dedicati.
Dare forma al futuro digitale della Moda
Il sottotitolo del summit, “Shaping the digital future of Fashion”, non lascia spazio a interpretazioni su qual è stato l’obiettivo della due giorni presso la Stazione Leopolda.
Il pubblico di manager e professionisti del settore Moda ha potuto interagire con realtà tecnologiche innovative, lungo la navata di stand e nel corso degli oltre 20 interventi sul palco: “Un confronto di alto livello, specializzato e segmentato, tra i protagonisti del comparto e i fruitori di quelle innovazioni” l’ha definito Raffaello Napoleone, AD Pitti Immagine.
Le soluzioni presentate spaziavano dal Retail ed e-commerce (ad esempio nuovi KPI per gli store e controllo della distribuzione digitale) al 3D nell’operatività quotidiana delle aziende, dal metaverso alla realtà virtuale e/o aumentata, dal riciclo di scarti e avanzi di produzione alla sostenibilità in fase di progettazione, fino alla tracciabilità (NFT, blockchain) e al caldissimo tema del Digital Passport e dell’integrazione e interoperabilità lungo tutta la filiera, da monte a valle.
L’iniziativa ha selezionato quattro Startup che uniscono Moda e tecnologia (CDC_Studio, Fairly Made, Must Had, Renoon), e ha offerto loro l’opportunità di presentare le proprie soluzioni innovative a un pubblico di professionisti del comparto.
La startup CDC_Studio ha brevettato una soluzione sostenibile per valorizzare il polietilene rigenerato e le eccedenze di tessuti, riducendo l’emissione di CO2 e ottenendo un profitto dagli scarti.
Con la sua piattaforma SaaS, la startup green tech Fairly Made riduce l’impronta ambientale e sociale dell’industria tessile, fornendo ai brand una panoramica trasparente dell’impatto delle loro collezioni.
La piattaforma web Must Had offre una seconda vita agli scarti tessili, condividendo le informazioni inserite dai brand sui loro materiali inutilizzati e trovando soluzioni per ridurne lo spreco e aumentare la circolarità.
Renoon, piattaforma SaaS di trasparenza, aiuta brand e retailer a comunicare correttamente e a eliminare il rischio di greenwashing, attraverso la verifica dei claim a livello di azienda, prodotto e filiera.