Avv. Giuseppe Croari – Dott. Pietro Sambataro
www.fclex.it

Secondo le stime recentemente diffuse dall’Osservatorio e-commerce B2C di Polimi e Netcomm, stiamo assistendo a un vero e proprio boom dell’e-commerce. Nel 2020, infatti, si prevede che gli acquisti online dei consumatori italiani varranno 22,7 miliardi di euro, con una crescita annua del +26%.

L’exploit sarebbe il risultato dell’affermazione di comparti in passato un po’ “trascurati”, e dal consolidamento di quelli più maturi, fra cui appunto l’Abbigliamento e i prodotti tessili.

Ma quali informazioni bisogna dare ai consumatori per vendere online nel rispetto della legge?
Il fatto che ci troviamo in un momento particolarmente propizio, infatti, non deve far perdere di vista tutti gli accorgimenti e le cautele che il legislatore impone per tutelare il consumatore.

Ci soffermiamo ora, quindi, su due aspetti importanti: l’indicazione del tipo di materiale di cui è composto il prodotto e la specificazione delle varie voci del prezzo.

Specificare la composizione dei prodotti tessili

prodotti tessili

Un primo aspetto attiene alla necessità di specificare il materiale tessile utilizzato. Su questo punto l’ordinamento giuridico non offre una risposta immediata, ma sono molti gli elementi che fanno propendere per il sì.  A farla da padrone, in materia, è il Codice del Consumo (decreto legislativo 206/2005) che pone una serie di regole a tutela di chi acquista.

Così, ad esempio, il Codice stabilisce che i prodotti e le confezioni devono riportare chiaramente visibili almeno le indicazioni relative “ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione, ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto” (art. 6 lett. d). Il materiale utilizzato è infatti un elemento di primaria importanza per l’acquirente di un prodotto tessile.

Ma non solo: l’indicazione del tipo di materiale potrebbe essere necessario anche per assolvere a obblighi di sicurezza. Sempre il Codice del Consumo, infatti, prevede che il produttore è tenuto a fornire al consumatore tutte le indicazioni necessarie a prevenire rischi [vedi la rubrica “Normativa” su Technofashion ottobre 2020, pag. 92]: fra queste, in particolare, rientrano quelle relative alla composizione del bene (art. 103, co. 1, lett. a, n. 1).

Da ultimo, utili indicazioni si traggono dalla disciplina dei contratti a distanza, ossia quelli stipulati interamente senza la presenza fisica delle parti. La normativa, infatti, dispone che “in tempo utile, prima della conclusione di qualsiasi contratto a distanza, il consumatore deve ricevere le informazioni relative alle caratteristiche essenziali del bene” (Art. 52, lett. b).

Per concludere, sarà bene che chi si appresta a vendere online inserisca l’indicazione, ben visibile, della composizione del prodotto tessile utilizzato, al fine di consentire degli scambi più consapevoli con i consumatori.

E l’IVA dei prodotti tessili?

prodotti tessiliCome indicare, invece, l’IVA? È necessario che sia scorporata nel carrello della piattaforma di e-commerce?

Al riguardo, soccorre nuovamente il Codice del Consumo, che stabilisce che prima della conclusione del contratto a distanza il consumatore deve ricevere tutte le informazioni relative al prezzo del bene, comprese tutte le tasse e le imposte (Art. 52, lett. c).

Se ciò non bastasse, ancor più chiaro è l’art. 7, lett. h), del decreto legislativo 70/2003. La norma, infatti, stabilisce che il prestatore di un servizio della società dell’informazione deve rendere facilmente accessibile l’indicazione chiara dei prezzi, evidenziando se comprendono le imposte, i costi di consegna e ogni altro eventuale elemento aggiuntivo.

Si può, quindi, ritenere che sia necessario che al momento dell’acquisto (e quindi anche nel carrello) venga mostrato il prezzo complessivo del bene, con indicazione specifica dell’Iva e delle altre spese che il consumatore deve sostenere o, perlomeno, i criteri di calcolo, nel caso in cui ciò non sia possibile.

 

Vuoi saperne di più?

Lo Studio Legale Associato Fioriglio-Croari è stato fondato dagli Avvocati Gianluigi Fioriglio e Giuseppe Croari, giuristi specializzati in diritto dell’informatica e delle nuove tecnologie. Lo Studio opera principalmente nel settore dell’Information Technology, del diritto del lavoro, della proprietà intellettuale e industriale nonché della Fashion Industry.
Oggi ogni azienda deve confrontarsi con le sfide del web e della tecnologia: tali sfide possono essere vinte solo affidandosi a professionisti realmente esperti nel settore.