Domenica 23 settembre 2012 alle ore 11 a Busto Arsizio (sopra la Biblioteca Boragno) sarà presentato il libro “Una lacrima di blu” di Luigi Giavini.
Nato da un quaderno/agenda nera (simile ad una nostra moleskine) fitto fitto di appunti e ricette e campioncini di tessuto ormai stinti e layout di cicli di produzione che un giovane imprenditore bustese, Giuseppe Azimonti, classe 1876, raccolse con meticolosa cura, “Una lacrima di blu” racconta la cultura del lavoro e di un territorio attraverso una lingua tutt’ora in uso, le cui espressioni e vocaboli sono nati intorno alle macchine, ai materiali tessili e alle operazioni eseguite negli stabilimenti e consolidati in secoli di manualità e conoscenze.
In particolare la definizione “lacrima di blu” è scelta dall’autore per raccontare non solo il lavoro del tintore che aggiusta un colore per ottenere il campione desiderato ma la sapienza e l’abilità sublimi di chi quella correzione la sa fare ad occhio affidando alla sua esperienza il successo e la qualità del lotto in lavorazione. Espressioni come “lacrima di blu”, “na gügiá da saén” (letteralmente: una gugliata di sereno) sono state registrate dall’autore parlando direttamente con i tintori, ma la meraviglia è che ne compaiono di simili nel “Trattato del’Arte della Seta in Firenze del xv sec”: “dalli una gemma di verde” oppure “un velo di rosso”.
Parole e modi di dire che consegnano la tecnica e il lavoro alla poesia e danno la misura di quel che stiamo perdendo insieme ai telai che battono se non si arresta il processo di deindustrializzazione a cui qualcuno ritiene che l’industria tessile sia ormai votata.