Il progetto di CNA Federmoda “Putting best practices into Practice: three Italian case studies of sustainable best practice making in an EU knowledge sharing project” è vincitore della call “Small but Perfect”.

Nato pensando ad alcune eccellenze del panorama sostenibile e circolare presenti sul territorio nazionale, il progetto ha identificato i tre pilastri della sostenibilità di CNA Federmoda:

  • la formazione;
  • la ricerca e l’innovazione;
  • il riciclo.

Tra i partner del progetto: Università Bocconi, Università di Atene, Fashion Revolution Global.

Punti focali del progetto “Putting best practices into Practice”

Di seguito il video con i momenti salienti delle tre visite aziendali dello Small but Perfect tour di CNA Federmoda.

Cuore del progetto è la necessità di valorizzare le eccellenze italiane e raccontare il ruolo dell’artigianato e delle PMI nella creazione di valore sostenibile e duraturo nel tempo, molte volte non riconosciuto e troppo spesso dimenticato.

Inoltre, sono essenziali iniziative che garantiscano la continuità dei sistemi produttivi nazionali e soprattutto la creazione di valore condiviso e diffuso.

Gli step del progetto

Giovedì 11 maggio si è tenuto presso gli uffici di CNA Milano l’evento conclusivo, da cui sono emersi molti temi e spunti:

  • capacità di fare sistema;
  • valorizzare l’esistente;
  • promuovere linee guida verso una transizione ecologica del Sistema Moda che sia realmente inclusiva, e non lasci indietro nessuno.

Di seguito, vediamo gli appuntamenti precedenti.

PRIMO STEP

Dopo l’evento kick-off della formazione presso l’Accademia Maria Tomassini di Roberta Alessandri, il 17 aprile il tour ha raggiunto il Multi-Lab di Centrocot – Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento SpA (Busto Arsizio VA).

Centrocot è, nel panorama europeo, uno dei centri di ricerca maggiormente riconosciuti per l’eccellenza che offre a supporto delle imprese del settore Tessile-Abbigliamento-Moda. Ha una doppia anima:

  • attività tecniche (ad esempio, i test per il rilascio delle certificazioni e le prove richieste dai brand per le prestazioni dei tessuti o dei prodotti) e di formazione;
  • area di ricerca e innovazione multi-settoriale, che recentemente si è dotata di un proprio Multi-Lab.

SECONDO STEP

Il progetto di CNA Federmoda ha poi organizzato una visita a Multi-Lab di Centrocot, laboratorio multi-settoriale nato per creare sperimentazione a servizio dell’Industria, e quindi delle imprese.

Il percorso si struttura nelle varie aree interconnesse che compongono il Multi-Lab:

  • riciclo, con le analisi di riciclabilità dei prodotti e dei materiali;
  • valutazioni delle prestazioni sui materiali derivanti da riciclo meccanico e termomeccanico;
  • analisi ambientali sui nuovi processi produttivi.

A supporto delle aziende, per sostenere concretamente la transizione verso l’economia circolare dell’intero settore, c’è M3P Next Generation: piattaforma avanzata che favorisce l’incontro tra tecnologie, scarti industriali, e servizi per

TERZO STEP

Lunedì 8 maggio si è svolta una visita al distretto tessile di Prato, che detiene il primato globale sull’economia circolare industriale grazie a un know-how sviluppato in maniera sistemica già dalla metà dell’Ottocento.

ASTRI, Associazione Tessile Riciclato Italiana nata per valorizzare il lavoro decennale di Prato nel produrre tessuti rigenerati, ha mostrato fase per fase la rigenerazione meccanica della lana. ASTRI rappresenta tutte le aziende che sul territorio operano in questa filiera:

  • la raccolta;
  • la cernita;
  • la successiva selezione e lavorazione della frazione dei materiali in lana, che viene distinta per colore, e ai quali vengono rimossi zip, bottoni, etichette;
  • le lavorazioni, dalla lavastraccia al processo di asciugatura, che rendono gli stracci nuovo materiale per la produzione della lana rigenerata o lana meccanica;
  • la fase di studio del colore – non si parla di tintura – poiché il risultato finale è realizzato attraverso l’unione di tanti colori;
  • la filatura per la produzione del filato cardato in diverse composizioni e peso a seconda della sua destinazione.

La trasformazione dei sottoprodotti tessili e i materiali post-consumo in fibra è un processo reso possibile solo dalla competenza di chi lavora nel settore, e solo se l’intero modello di business e le condizioni di sistema sono “circolari” e sistemiche.

Difatti, alcuni elementi particolari caratterizzano prima la lavorazione della “lana di Prato”, e di conseguenza il modello di economia circolare industriale del distretto:

  • la macchina detta “lavastraccia” è l’unica tecnologia che, grazie all’azione dell’acqua e dei cilindri, permette ai tessuti vecchi di aprire le fibre che si sciolgono dalle precedenti trame, garantendo che le fibre rimangano integre per consentire un materiale rigenerato lungo, quindi di qualità, e riciclabile infinitamente;
  • la fase della tintura è inesistente, perché la fibra rigenerata è già colorata dalla precedente lavorazione;
  • nel distretto di Prato 300 industrie sono collegate con l’acquedotto industriale “Gida”, un impianto dove le acque derivate dagli scarichi industriali vengono depurate e riutilizzate dalle industrie tessili.

La seconda parte della visita pratese è stata dedicata alla realtà Rifò che, dalla sua nascita dopo il crowdfunding nel 2017, ha iniziato un percorso che unisce economia circolare, artigianalità e Moda sostenibile attraverso l’utilizzo di materie prime rigenerate.