Martedì 4 luglio 2023, negli spazi di Gadames 57 a Milano, si è svolta ieri l’Assemblea Generale di Acimit, appuntamento annuale nel corso del quale l’associazione dei costruttori italiani di macchine tessili fa il punto della situazione attuale, di ciò che si è fatto e delle iniziative e sfide che attendono il Meccanotessile italiano nel prossimo futuro.

Cambio di Presidenza

Marco Salvadè, Presidente di Acimit, sostituisce Alessandro Zucchi che per 6 anni ha guidato con entusiasmo e professionalità l’Associazione.

Nato a Como nel 1967, Marco Salvadè è sposato e padre di due figli. Ha iniziato a lavorare presso la Salvadè Srl, società di famiglia nel settore delle macchine per il finissaggio, fondata dal padre e dallo zio nel 1967. Dopo avere fatto parte del consiglio di amministrazione dell’azienda, dal 2021 ne ricopre la carica di Presidente.

Marco Salvadè

Dal 2018 Marco Salvadè ha ricoperto il ruolo di membro del Consiglio Generale Acimit e da marzo 2023 fa parte della delegazione italiana presso Cematex, il Comitato delle associazioni meccanotessili europee.

Ringrazio l’Assemblea per la fiducia accordata e il mio predecessore Alessandro Zucchi per tutto ciò che ha fatto in questi anni di Presidenza al fine di rafforzare il ruolo dell’associazione e dell’industria italiana nel panorama internazionale.

Con i Vicepresidenti e il Consiglio generale continuerò il lavoro che è stato fatto negli ultimi anni dai precedenti Presidenti. Non sarà un compito semplice, ma senz’altro stimolante.

Il mio obiettivo è di accrescere il senso di appartenenza ad ACIMIT delle aziende associate con cui condividiamo i medesimi valori e di adeguare le strategie dell’associazione alle mutevoli condizioni che il contesto economico e geopolitico ci propone.Marco Salvadè, nuovo Presidente Acimit

L’Assemblea ha eletto anche i nuovi Vicepresidenti:

Andamenti del Meccanotessile italiano

Il Presidente uscente Alessandro Zucchi ha illustrato i dati dell’Industria meccanotessile italiana: nel 2022 la produzione è apparsa in aumento del 13%, per un valore di 2,7 miliardi di euro e le esportazioni sono cresciute del 15% (2,3 miliardi euro).

Il 2022 ha rappresentato un ulteriore anno di crescita dopo quanto registrato nel 2021. Tuttavia, nella seconda parte dell’anno il settore ha rallentato anche dietro influenza delle incertezze che caratterizzano l’attuale scenario macroeconomico.

Si spera possano che i risultati dell’edizione italiana di ITMA, che ha segnato un successo sia per le tante innovazioni tecnologiche presentate sia per l’affluenza di visitatori, giochino un ruolo fondamentale per un 2023 in crescita.

La rilevanza dei macchinari nella filiera

Il Presidente Zucchi ha evidenziato, lungo la filiera, l’importanza dei macchinari tessili per raggiungere l’obiettivo di sostenibilità comune a tutti: nonostante ciò, sia i macchinari sia i processi di cui essi sono responsabili sono poco conosciuti e poco sostenuti dal Governo e dall’UE nel percorso di investimento in innovazione green.

Sarebbe invece essenziale, secondo Zucchi, coinvolgere i produttori di macchinari nello studio e sviluppo dei progetti di innovazione sostenibile, perché possono essere partner fondamentali. Le aziende tessili possono dimostrarsi all’altezza del Green Deal solo con macchinari e impianti innovativi.

Alessandro Zucchi

L’innovazione risulta essere l’elemento discriminante tra chi guarda al futuro con ottimismo e chi invece sarà costretto a inseguire. Sarà l’innovazione a fare la differenza nel nostro settore, soprattutto alla luce delle strategie operate dall’Unione Europea in materia di Green Deal.

Il terreno su cui l’Industria tessile europea gioca la propria competitività è quello della sostenibilità, ambientale, economica e sociale.

Sotto la pressione di regolamenti e normative sempre più stringenti, sollecitata dai movimenti ambientalisti e dalle politiche precauzionali sulla sicurezza chimica di alcuni importanti brand, la filiera tessile si misura con tematiche nuove.Alessandro Zucchi, Presidente uscente di Acimit

Il dialogo avviato dai costruttori italiani di macchine tessili con l’intera filiera tessile ha generato in Acimit la Green Label, la Digital Ready e, recentemente, l’Indice di Riciclabilità dei macchinari, e rappresenta la condizione indispensabile per un’Industria della moda più eco-efficace e circolare.

La tavola rotonda

Al centro della parte pubblica dell’Assemblea ACIMIT si è svolta una tavola rotonda che ha affrontato questi temi di particolare attualità: come rendere concreti gli obiettivi di sostenibilità e circolarità indicati dalla Commissione EU e ormai nell’agenda della maggioranza delle imprese tessili e della Moda.

Video di Marco Scalia

L’introduzione è stata affidata a un intervento video di Marco Scalia, Director Sustainable Business di Euratex, il quale ha esposto brevemente le 16 nuove leggi europee che stanno per essere pubblicate in merito a riciclabilità di scarti tessili, comunicazione interaziendale e scambio di dati digitali (come il Passaporto Digitale per brands e retailers, o la PEF – impronta ambientale per calcolare l’impatto ambientale dei prodotti sul mercato).

Aurora Magni

Aurora Magni, docente dell’Università LIUC e Presidente di Blumine Srl (nonché da lungo tempo collaboratrice di Technofashion) ha poi inaugurato la tavola rotonda, presentando uno studio comparato delle strategie di sostenibilità di 12 diverse aziende del comparto Tessile-Moda. Argomenti principali: riciclo e gestione dati.

Un estratto dello studio di Aurora Magni
I relatori della tavola rotonda

Nel corso dell’incontro hanno portato la propria esperienza e le proprie riflessioni i rappresentanti di imprese leader nella transizione ecologica:

I partecipanti al dibattito hanno discusso l’incremento di politiche regolatorie da parte della UE – dai green claims all’ecodesign, dalla gestione dei prodotti a fine vita all’energia fino alla lotta alle microplastiche.

Oggetto del discorso è stata anche la crescente ricerca di soluzioni di misurazione e mitigazione dell’impatto ambientale del comparto Moda.

Secondo i relatori, infatti, le pratiche di sostenibilità stanno modificando gli stessi modelli di business e la cultura d’impresa, definendo nuovi paramenti di competitività nell’intera catena del valore.

Baronio ha parlato di come impatteranno sui brand le nuove strategie dell’UE, che ha definito uno “tsunami legislativo” di cui ancora non si hanno i dettagli a cui potersi allineare.
Probabilmente i 3 focus su cui si lavorerà maggiormente saranno:

  • decarbonizzazione e neutralità climatica;
  • biodiversità (microplastiche, deforestazione, acqua e inquinanti, biomateriali e prodotti bio-based, agricoltura rigenerativa per fibre naturali…);
  • riciclo.

Giuliani ha raccontato l’esperienza di Candiani in ambito di innovazione sostenibile di processo e di prodotto (es. cotone rigenerativo), di calcolo interno dell’impatto ambientale, e di tracciabilità in un periodo caratterizzato da forti cambiamenti nella regolamentazione europea della blockchain.

Servalli ha toccato diversi punti:

  • Il sintetico non è per forza nemico della sostenibilità, anzi, si può ottenere anche da prodotti naturali, ad esempio nel caso dei biopolimeri. Radici produce polimeri termoplastici, ossia con temperatura e pressione si può cambiarne la forma senza toccare la molecola, quindi sono facilmente riciclabili a fine vita.
  • Attenzione alla spasmodica tendenza di inserire il riciclato nei vari settori: l’obiettivo dev’essere non quello di inserire prodotti riciclati dove non ci sono, ma produrre oggetti durevoli e riciclabili.
  • È fondamentale lavorare con una filiera integrata, Radici ad esempio controlla dalla chimica iniziale al filato finale.
  • Dimensione sociale: Radici produce dove gli operatori stessi vivono, e questo non fa che rinforzare la loro responsabilità e il loro rispetto nei confronti del territorio in cui si è radicato l’organismo impresa
  • Non ci si può esimere dal misurare il proprio impatto sostenibile.

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