Vegea è un prodotto ecologico, resistente, ideato e fatto in Italia, che promette una rivoluzione green e cruelty-free nel mondo della pelletteria. L’innovativo tessuto tecnico a base vegetale, si produce grazie a uno speciale trattamento delle fibre e degli oli contenuti nella vinaccia, una materia totalmente naturale, costituita dalle bucce, dai semi e dai raspi dell’uva ricavati durante la produzione vinicola. Un tessuto dal vino, dunque, senza utilizzare petrolio, senza usare sostanze inquinanti, senza consumare acqua e senza, chiaramente, sopprimere animali.

Un prodotto così innovativo da essere premiato, lo scorso 28 novembre, al Parlamento Europeo di Bruxelles nell’ambito della “European TOP 50 competition”, una competizione che ogni anno seleziona le cinquanta migliori idee d’impresa del nuovo millennio, tra le migliaia presentate da tutto il continente.

Vegea srl ha visto la luce a Milano nel gennaio 2016 e attualmente è insediata nell’incubatore di Progetto Manifattura, il polo clean tech e dell’economia circolare di Trentino Sviluppo.

VEGEA: tessuti ecologici innovativi – come è nata l’idea

La start-up ha iniziato la sua attività analizzando le caratteristiche fisiche e meccaniche di diverse fibre vegetali e la loro capacità di essere trasformate in materiali ecologici. Questo studio ha identificato appunto le fibre contenute nelle bucce e nei semi dell’uva come ottimali in questo innovativo processo produttivo che trasforma le fibre e gli oli vegetali presenti nella vinaccia in un materiale che si distingue anche dalle pelli “vegan” e da quelle che vengono impropriamente chiamate “ecopelli”, che in realtà sono sintetiche e che nel processo che porta alla loro realizzazione prevede l’utilizzo di prodotti chimici inquinanti.

Non  occorre neppure dover necessariamente aspettare l’annuale vendemmia. A seguito della spremitura dell’uva e della separazione delle vinacce, queste ultime vengono fatte essiccare per evitarne la biodegradazione. Così trattate, mantengono inalterate le loro proprietà per almeno tre anni. In questo modo la materia prima risulta sempre disponibile all’utilizzo e pronta per essere trasformata.

VEGEA: Caratteristiche del materiale tessile ottenuto dagli scarti del vino

Questo nuovo materiale colpisce non soltanto per la sua qualità e la sua robustezza, ma soprattutto per il suo aspetto del tutto simile a quello della pelle di derivazione animale. Questa caratteristica ha facilitato l’avvio della collaborazione con lo stilista ed eco-designer Tiziano Guardini, ormai famoso nel settore proprio per la particolare abilità nello sfruttare i tessuti ecologici di nuova generazione. La collezione ha potuto sfoggiare finiture, colori e consistenze sempre differenti a dimostrazione di come, grazie ai trattamenti brevettati dall’azienda, sia possibile conferire al nuovo materiale effetti molto variegati che lo rendono duttile proprio come la vera pelle. Grazie a questi trattamenti, infatti, la miscela di vinacce, dopo essere stata spalmata e trasformata in teli, viene trattata per ottenere diverse gradazioni di peso, di elasticità, di spessore, di goffratura e di colori in modo da renderla adatta alla realizzazione di qualunque tipo di capo o di accessorio, dalle scarpe, alle borse, fino agli abiti veri e propri.

Un bel modo per dimostrare come si possa avere un look ricercato e attuale avendo a cuore uno stile di vita sostenibile basato sul rispetto del nostro pianeta e sulla lotta agli sprechi:

Attualmente ogni anno 13 milioni di tonnellate di vinaccia sono gettati via rischiando, attraverso il terreno, di raggiungere le falde acquifere.

L’eleganza di un vestito o di un oggetto di design non si valuta più solo meramente dall’estetica ma anche nella qualità intrinseca della materia; la bellezza non può essere tale se causa effetti negativi, come inquinamento o disagio sociale. La materia che s’indossa deve essere sana, protettiva, socialmente sostenibile e corretta da un punto di vista ambientale, e i tessuti Vegea sembrano davvero l’emblema di questa nuova filosofia.

 

Leggi l’articolo completo su Technofashion – aprile 2018 – pag.30

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