Quando il carcere crea occupazione

    Uscire dal carcere cambiati, in grado di ricominciare, di giocare le proprie carte nel mercato del lavoro. Dovrebbe essere questo lo scopo della detenzione. Anzi, deve. Ne sono convinte le promotrici del  laboratorio de  Lacasadipinocchio che da anni opera nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino coinvolgendo in progetti di manualità creativa un gruppo di detenute. Un’iniziativa che ha consentito alle donne di recuperare, insieme alla manualità e al piacere di realizzare oggetti esposti e spesso venduti, autostima e voglia di migliorarsi, di apprendere cose nuove, di dare una svolta alla propria vita. L’ Associazione  ha già in attivo risultati importanti: la vendita on line e presso negozi di manufatti realizzati nel laboratorio del carcere, lo svolgimento di corsi per partecipanti esterni in cui le stesse detenute hanno assunto ruolo di docenti, la produzione di un profumo, il lancio del brand Fumne, espressione torinese che significa “donna”. Basta fare un giro sulle pagine di vendita on line del Ministero di Grazia e Giustizia per rendersi conto dell’ originalità e della cura artigianale dei prodotti realizzati. (http://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_1_21.wp )

    Oggi, sostengono le promotrici,  ci sono tutte le condizioni  per un importante salto di qualità.

    “Grazie all’esperienza accumulata in questi anni e al contributo della Compagnia di San Paolo di Torino…. che crede nelle nostre iniziative –ha dichiarato Monica Gallo, presidente de Lacasadipinocchiointendiamo anche proporci come struttura in grado di offrire ad imprese interessate i nostri servizi di ideazione creativa e prototipazione di accessori come borse, portafogli, bijoux, cinture. Allo  scopo di consolidare la nostra struttura abbiamo sottoscritto proprio in questi giorni ben 11 contratti di lavoro  a progetto ad altrettante detenute che avranno così la possibilità di ricevere una retribuzione per le attività svolte e lavorare con continuità anche al termine del periodo di detenzione. La cifra è modesta ma ha  un importante  significato: sancisce il riconoscimento delle proprie competenze, premia l’impegno, suggerisce la concreta fattibilità di un futuro  lavoro nell’ambito dell’artigianato creativo o dello sviluppo di nuovi prodotti”.

    E’ una notizia importante in un momento in cui i posti di lavoro sono minacciati da crisi e ristrutturazioni.

    Il nostro progetto non risponde a logiche assistenziali anche se siamo ben consce della particolare condizione di fragilità sociale delle donne coinvolte – ha precisato Sara Battaglino , de Lacasadipinocchio – In questi anni abbiamo imparato a incanalare la diversità culturale delle detenute in progetti dalla forte personalità, sfruttando al meglio i materiali di riciclo di cui disponiamo e dai quali ci siamo lasciate ispirare. Ci rendiamo conto che per incontrare interesse da parte delle imprese è necessario confrontarci con logiche di mercato e con i trend della moda. Siamo però convinte che non manchino aziende interessate a considerare prototipi  nati in contesti di pura sperimentazione, aziende sensibili ai temi dell’impegno sociale e della sostenibilità che vogliano condividere con noi questo percorso.

    Le prime proposte creative saranno presentate alle aziende interessate già nel corso della prossima primavera.

    Per informazioni

    Lacasadipinocchio www.lacasadipinocchio.net

    info@lacasadipinocchio.net