F-Susy nasce nel 2017 e si concluderà nel gennaio 2019, con la partecipazione del Politecnico di Milano (che è anche capofila) di imprese tessili (Maglificio Ripa Spa, Besani Srl, Tessitura Attilio Imperiali Spa) e di società di consulenza (Blumine srl e Nekte srl).
«Il progetto – spiega Paolo Gronchi, docente di Chimica Industriale presso il Politecnico di Milano – vuole fornire un concreto sostegno alle aziende tessili impegnate in programmi di innovazione e di riduzione dell’impatto ambientale dei prodotti e dei processi in particolare mediate sostituzione di sostanze chimiche pericolose con altre più sicure per l’ambiente e le persone. Perché ciò sia possibile tutta la filiera del comparto deve poter disporre di conoscenze, linguaggi e metodi condivisi. Ed è proprio questo l’obiettivo del progetto. Concretamente stiamo lavorando alla realizzazione di due piattaforme digitali, una pubblica e una riservata ai partner. Nella parte pubblica sono già consultabili, accedendo al sito www.f-susy.it , contenuti tecnico-scientifici riguardanti le sostanze chimiche pericolose, i principali protocolli di sicurezza chimica, i metodi di testing adottati. Nella sessione ‘Bibliografia’ sono inoltre disponibili gli abstract e le referenze di oltre 150 articoli tecnici pubblicati sulle più prestigiose riviste internazionali inerenti la chimica tessile. Attualmente stiamo realizzando una classificazione documentata delle sostanze chimiche pericolose utilizzate nei processi produttivi ed implementando la raccolta delle informazioni sui metodi di prova adottati dai laboratori di analisi tessili per consentire una maggior armonizzazione dei linguaggi e delle procedure. La seconda piattaforma punta invece a sviluppare un sistema di autovalutazione del grado di sicurezza chimica denominato C3Tools».

Il software di autodiagnosi messo a punto dai ricercatori di F-Susy e testato dalle imprese partner

«Il sistema realizzato da Blumine e Nekte nell’ambito del progetto F-Susy si chiama C3Tools e le tre C significano Chemical- Compliance- Cheker, spiega Fabio Guenza, cofondatore di Blumine srl- E’ uno strumento pensato per facilitare le imprese nelle azioni di valutazione delle caratteristiche chimiche di un prodotto, dell’acqua o dei fanghi di processo in relazione alle M- RSL richieste da un cliente o per sviluppare le proprie azioni commerciali. Attualmente il software è in fase di testing ed implementazione presso le imprese partner che già lo utilizzano per le attività quotidiane ma a partire dal 2019 sarà disponibile per le imprese e i brand interessati ad acquisirlo.

Come funziona C3Tools

È un sistema web-based attivabile con semplici passi: si inseriscono i risultati delle analisi chimiche sul prodotto o sulle acque di scarico e si procede selezionando il protocollo con cui si intende confrontarli (per fare un esempio: da Oekotex a Detox, da ZDHC ai protocolli dei principali brand globali). I risultati forniti consentono quindi di valutare la conformità o alla non conformità del prodotto ed assumere le decisioni conseguenti. Le imprese partner del progetto non si sono limitate a testare la funzionalità del sistema ma l’hanno utilizzato per validare l’efficacia della sostituzione di formulati chimici pericolosi, per quanto ammessi in misura controllata dal Regolamento Reach, con altri più innovativi e chimicamente più sicuri. Naturalmente, operando in uno scenario in continua evoluzione il database di C3Tools viene continuamente aggiornato con le più recenti versioni di RSL / M-RSL presenti sul mercato».

 

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