Il capitolato è un documento sottoscritto tra fornitore e azienda che codifica una serie di regole di comportamento di natura tecnica e commerciale da rispettare, al fine di incrementare lo sviluppo della qualità totale e della capacità di servizio al mercato
Spesso la gestione dei rapporti tra fornitore e azienda è estremamente complessa e spesso conflittuale. Uno strumento come il capitolato, però, permette di fissare delle regole e di convertire un rapporto conflittuale in un rapporto orientato allo sviluppo. Le parti diventano quindi reciproci consulenti che contribuiscono al know-how collettivo della filiera.
Grazie al capitolato è possibile raggiungere alcuni importanti obiettivi:
- 1. Migliorare il rapporto tra venditore e committente
Migliorando il rapporto tra fornitore di materie prime, accessori, capi finiti è possibile: razionalizzare e standardizzare le relazioni commerciali tra fornitori di tessuto (a maglia e a navetta), di accessori e le aziende tessili utenti; razionalizzare e standardizzare le relazioni tra i terzisti (tintorie, tessiture, confezionisti ecc.) e le aziende tessili committenti; garantire la bontà dell’acquisto di capi, di accessori e di tessuti commercializzati.
- 2. Ridurre i costi di produzione
Le difettosità nel loro insieme incidono sui costi di produzione mediamente di circa il 6% con variazioni piuttosto ampie a seconda del prodotto. I fattori che intervengono negativamente sui costi di produzione sono in parte visibili (reclami, bonifici, seconda scelta, ritardi di consegna, annullamenti ordini ecc.) e in parte non sono noti o meglio non vengono conteggiati nel totale dalle aziende (differenze centro cimossa, rifacimento dei piazzamenti, riduzione del numero dei capi, avvitamento con tempi di stiro superiori ecc.). Nel 2012 a consuntivo è aumentata la difettosità imputabile agli accessori che si è portata al 20% e si è ridotta la difettosità imputabile alla tessitura (10%).
- 3. Garantire la prestazione di un prodotto
Per garantire la prestazione di un prodotto è necessario: definire la sua qualità misurarla. Si definisce “qualità di un prodotto” l’insieme delle prestazioni, di tipo formale e funzionale, richieste dal consumatore.
Prestazioni formali
- qualità visibile di esecuzione;
- regolarità di taglia e misure.
Prestazioni funzionali
- solidità del colore;
- stabilità dimensionale al lavaggio;
- durata nel tempo;
- non tossicità.
Per misurare la qualità di un prodotto è necessario definire le variabili qualitative in funzione della destinazione d’uso, conoscere l’unità di misura e le norme di prova per ciascuna variabile, stabilire per ciascuna variabile quel valore minimo da rispettare (standard qualitativo) per garantire il consumatore.
È importante sottolineare che il capitolato viene definito dall’azienda in funzione della destinazione d’uso accordandosi con il fornitore, non è quindi compito del fornitore stesso.
- Incidenza dei vari tipi di difettosità riconducibili alla tintura/finissaggio
Struttura di un capitolato:
- Condizioni generali di fornitura.
- Raccomandazioni che l’azienda trasmette ai fornitori.
- Tolleranze dei tessuti e accessori per garantire la bontà delle lavorazioni successive e per soddisfare le aspettative dei consumatori di capi prodotti da quell’azienda e le relative conseguenze commerciali.
Condizioni generali di fornitura
Tutte le raccomandazioni e gli standard qualitativi minimi previsti da questo documento devono essere conosciuti, rispettati e accettati integralmente dal fornitore o terzista.
Qualora il fornitore o terzista non fosse in grado di rispettare una parte degli standard predefiniti nel documento, si impegna a indicare e a motivare gli standard che non possono essere rispettati.
È indispensabile che l’acquirente riceva dal fornitore, entro una settimana, dalla data sopra indicata, copia della presente timbrata e controfirmata per accettazione. In caso di mancato ricevimento del suddetto documento si ritiene tacitamente accettato il capitolato che sarà utilizzato in caso di eventuali contestazioni.
Visibili | Occulti | Occulti |
Quelli rilevabili alla specula. Vedi punto 2/1 | Manutenzione | Colonna d’acqua |
Composizione | Permeabilità all’aria | |
Stabilità dimensionale e movement | Permeabilità al vapore | |
Peso | Aspetto dopo vaporizzo e lavaggio | Resistenza alla delaminazione |
Altezza | Armatura | Infiammabilità |
Scarto angolare o stortura | Solidità colore | Capitolato sostanze tossiche |
Tensionamento cimosse | Resistenza alla trazione | |
Confezionamento pezza | Resistenza cuciture | Piumini |
Mano e aspetto | Pilling | Indice di ossigeno |
Sinuosità | Snagging | Resistenza al passaggio delle piume |
Rapporto tessuti a disegno | Resistenza alla stramatura | % estratto acquoso |
Comportamento elastico | Torbidità | |
Resistenza alla lacerazione | Fill power | |
Resistenza allo scoppio | Odore | |
Gualcibilità | ||
Colore – differenza di colore centro cimossa – lungo la pezza e tra cotta e cotta |
Difetti sui tessuti e accessori
Per i tessuti greggi la comparsa di gravi difetti dopo la tintura, non visibili e non segnalati sul greggio, daranno luogo a bonifici conteggiati economicamente sul tessuto tinto e non sul greggio.
Per i tessuti tinti e PPT la comparsa di difetti dopo i trattamenti di lavaggio/tintura in capo, o in taluni casi dopo la confezione, danno sicuramente luogo a capi difettati; la tolleranza massima prevista di capi finiti difettati è dello 0,5%; oltre a tale limite i capi saranno addebitati al costo.
Di seguito sono riportate le richieste tecniche, i limiti e le tolleranze richieste, precisamente:
le difettosità visibili, la tipologia, i limiti e gli eventuali bonifici;
le difettosità occulte comprensive degli standard qualitativi;
Per semplicità di lettura e una più facile comprensione abbiamo suddiviso i tessuti in due classi: tessuti a maglia e tessuti ortogonali o a navetta.
Per ciascun tipo di tessuto a maglia o a navetta abbiamo suddiviso le difettosità in due categorie: visibili (rilevabili visivamente) e occulte (non osservabili visivamente).
Tale prima distinzione è molto importante in quanto in caso di contestazioni o in caso di cause civili vi sono due modi differenti di valutare gli eventuali danni:
- difetti visibili, in cui il danno economico può interessare al massimo il valore del tessuto anche se esso ha subito successive trasformazioni;
- difetti occulti, in cui il danno economico interessa sia il valore del tessuto sia il valore delle trasformazioni successive fino a capo finito.
Ogni categoria a sua volta è stata suddivisa in due sottoclassi.
I difetti visibili si dividono nelle due sottoclassi A e B
Difetto visibile A: quelli che si possono rilevare, misurare e quantificare visivamente senza l’aiuto di alcuno strumento.
Difetto visibile B: quelli che si rilevano visivamente ma che si possono misurare e quantificare solo con l’aiuto di strumenti.
I difetti occulti si dividono in due categorie C e D.
Difetto occulto C: relativo alle grandezze che normalmente vengono indicate dal fornitore, necessarie alla caratterizzazione strutturale dell’articolo e alla definizione della etichettatura di composizione e manutenzione. Non necessita di strumentazioni particolari per la misura.
Difetto occulto D: relativo alle grandezze che normalmente non vengono indicate dal fornitore e che necessita di strumentazioni particolari per la misura.
Tali grandezze di norma garantiscono oltre la bontà delle lavorazioni tessili successive, la bontà delle prestazioni funzionali dei capi e si rivelano con l’uso e l’indosso dei capi confezionati.
Per gli accessori valgono solo i difetti occulti C e D.
di Vittorio Cianci, Lart Laboratorio Tessile