ll World Trade Organization (W.T.O), l’Organizzazione mondiale del Commercio, venute meno le resistenze degli ultimi Paesi contrari, ha approvato la deroga (waiver) che consentirà ai prodotti del Tessile-Abbigliamento pakistani di entrare nell’Unione Europea (UE) a dazio zero, proprio su richiesta della stessa Commissione Europea.
La Commissione, 18 mesi fa a seguito dei danni provocati da una disastrosa inondazione, aveva proposto di concedere al Pakistan, come forma di aiuto, delle concessioni sui dazi di importazione riguardanti solo i prodotti del tessile e dell’abbigliamento.
A distanza di quasi due anni, dopo che sono già stati erogati aiuti al Pakistan per oltre 423 milioni di euro a seguito di quell’evento, l’iniziativa europea appare completamente incomprensibile. Il Pakistan, infatti, resta uno dei principali competitor del tessile-abbigliamento cotoniero europeo e in particolare dell’industria italiana, localizzata soprattutto in Lombardia. Per 15 prodotti inclusi nella deroga, il Pakistan ha già quasi il 40% della quota di importazioni da Paesi extraUE. In alcuni casi si trova addirittura in una posizione quasi monopolistica perché la sua quota è ben sopra l’80% e, dunque, non necessita di ulteriori aiuti per esportare in UE. La riprova di questi dati è che la bilancia commerciale UE con il Pakistan è peggiorata in maniera consistente negli ultimi anni.
“Se teniamo conto – commenta Michele Tronconi, Presidente di Sistema Moda Italia – delle gravi difficoltà che il settore del tessile-abbigliamento italiano si trova a dover affrontare, anche per il declino dei consumi europei, oltre che per le difficoltà finanziarie e di accesso al credito, la decisione appare senza logica economica e neppure con una motivazione umanitaria. Anche perché è presa senza alcuna contropartita commerciale; in pratica, siamo i contributori netti della supposta beneficienza altrui”.
“I benefici daziari che si vorrebbero regalare al Pakistan – aggiunge Alberto Paccanelli, Presidente di Euratex (nella foto), l’associazione europea degli imprenditori del Tassile.Abbigliamento-moda – non andrebbero a vantaggio delle popolazioni alluvionate, bensì a un gruppo di imprese estremamente competitive, alcune delle quali con fatturati superiori ai 200 milioni di euro”.
“Per dirla tutta – continua Michele Tronconi -, oltre che al Pakistan, il regalo lo si farebbe a qualche Paese del Nord Europa che ha interessi particolari, anche di politica interna. Sotto la scusa del tema umanitario, e prima ancora di quello del contenimento del rischio terroristico, si torna, di fatto, ad usare un settore produttivo come mezzo di scambio sullo scacchiere diplomatico. Auspico, per ciò, che nel corso del dibattito ormai prossimo in seno al Consiglio UE e al Parlamento Europeo, gli europarlamentari italiani facciano proprie la posizione del Presidente del Comitato International Trade del PE, Vital Moreira, che ha detto che ‘non è tempo di concedere aiuti a svantaggio dell’industria manifatturiera europea’.
“Con iniziative come questa – conclude il Presidente di SMI – non si comprende come si possano salvaguardare i posti di lavoro e promuovere la crescita, soprattutto in Italia. Non è una questione solo europea, infatti, ma anche di orgoglio e politica nazionale: qual è il messaggio che si vuol lasciar passare ? ”.