Calze e calzini sono un’eccellenza italiana sia nelle macchine per produrre sia nel prodotto finito, e lo sa tutto il mondo. Ma è necessario tutelare il consumatore che cerca la qualità nell’acquisto.
E’ il risultato del sondaggio svolto da Fimast, il meeting della Fiera di Brescia dedicato al settore meccanotessile, inviato in questi giorni ai calzifici italiani: secondo il 44% dei produttori, il consumatore vorrebbe acquistare un prodotto di qualità più elevata ma non ha nessuna possibilità di riconoscerla. Comunque, secondo il 28%, la domanda di qualità è sempre ad un buon livello.
L’elemento principale che determina l’acquisto è il prezzo (44%), seguito dalla qualità dei materiali (33%), e dalla varietà della scelta (22%).
Per quanto riguarda la qualità, il 56% dei produttori ritiene che quella italiana sia nettamente superiore. Per il 33% un prodotto made in Italy è di per sé garanzia di un buon livello produttivo. Solo per l’11% la percezione qualitativa superiore di questo prodotto è legata, più che al Paese, a marchi di prestigio.
Significativo il test sulle macchine per la produzione: secondo il 44% degli intervistati i produttori delle macchine italiane garantiscono un’assistenza tecnica di alto livello, e per il 39% assicurano una qualità di lavorazione nettamente superiore a quella dei concorrenti esteri; infine, per l’11%, le macchine italiane consentono tipologie di lavorazione più avanzate rispetto alle macchine di importazione. Solo il 5% non percepisce particolari differenze tra la produzione meccanica italiana ed estera.
In sintesi, per i produttori le priorità del settore sono: rendere riconoscibile il prodotto made in Italy presso il consumatore (61%), rafforzare ulteriormente l’impegno sulla qualità del prodotto (22%) e infine studiare una normativa che imponga alcune caratteristiche qualitative di base (17%).
Secondo il presidente del Comitato Organizzatore di Fimast, Gianfranco Colosio: “Ci troviamo di fronte a un bacino produttivo di eccellenza, e questo capitale va salvaguardato. Per quanto riguarda le macchine, stiamo lavorando attraverso la nuova rete di imprese che presenteremo a Fimast. Sul prodotto finito è ora di pensare a strumenti che consentano al consumatore di sapere con chiarezza che cosa sta comprando.”