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Un futuro toxic free

Le analisi di Greenpeace (giugno 2010 – marzo 2011) sugli scarichi di due grossi complessi produttivi cinesi hanno accertato la presenza di sostanze chimiche tossiche come alchilfenoli, perfluoroalchilacidi, ammine aromatiche, clorofenoli, tracce di metalli pesanti, poi rilevate anche su capi di abbigliamento importati in Italia e in UE da famosi brand di fama mondiale (i riscontri sono pubblici, sulla rete).

Analoghe presenze di sostanze nocive sono state rilevate da Tessile e Salute e da Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento nelle rispettive indagini condotte negli scorsi anni.

Greenpeace ha chiesto ad alcuni importanti brand e ai loro fornitori di diventare “campioni” di un futuro “toxic-free”.  Ha per questo lanciato la campagna “DETOX” chiedendo ai governi di lavorare per l’eliminazione del rilascio nell’ambiente di “chimici” pericolosi, perseguendo – entro una generazione – una politica di “Zero Discharge Hazardous Chemicals” basata sul principio precauzionale.

In conseguenza di questa campagna, alcuni brand ed aziende della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) hanno aderito volontariamente ad un patto per l’eliminazione delle sostanze richiamate nel rapporto.