L’hub per il riciclo degli abiti usati e degli scarti tessili è senza dubbio una grande scommessa. E sotto i riflettori in questi giorni c’è proprio Prato e la firma del protocollo di intesa che mira a candidare il progetto Textile Hub al bando del Ministero Transizione Ecologica per ottenere i finanziamenti europei del PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il progetto è inerente alla selezione e il trattamento dei rifiuti tessili e l’essiccatore per i fanghi di depurazione nell’ambito del Next Generation Prato e la realizzazione dell’hub del riciclo del tessile.

Matteo Biffoni, sindaco di Prato

Il protocollo è stato firmato dal Comune di Prato guidato dal sindaco Matteo Biffoni, da Alia, Gida, Next Technology Tecnotessile, Confindustria, Confartigianato, CNA, Camera di Commercio e sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Il nuovo impianto di selezione dei rifiuti tessili permetterà, attraverso le migliori tecnologie applicabili e le conoscenze del distretto tessile pratese, di alimentare una filiera virtuosa, con lo scopo di garantire alle aziende utilizzatrici materiale selezionato in base alle loro esigenze. In pratica, la mission è la creazione di un Textile Hub che ha l’obiettivo di incrementare il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti tessili trattati e fare di Prato il principale hub tessile nazionale, consolidando il ruolo del distretto pratese come polo tecnologico e operativo del riciclo tessile a livello europeo.

Non mancano i dubbi, i malumori e le reazioni da parte dei cittadini: il nuovo hub potrebbe trattare fino a 30.000 tonnellate di materiale tessile all’anno, con la conseguenza di più camion in transito ed un impatto ambientale maggiore. Altre proteste riguardano la destinazione degli scarti e la reale misura con cui saranno reimpiegati, ma non mancano anche questioni di carattere economico. I cittadini si chiedono infatti se ci saranno ripercussioni sui conti dei Comuni o sulle bollette dei cittadini.

L'INTERVENTO

L’impianto che sorgerà nella zona di Paperino, dove ora sorge un campo da calcio, sarà ampio quasi 9.000 metri quadrati di superficie per nove metri di altezza da realizzare. in totale sono i 18 milioni di euro da investire, di cui 2,1 da ottenere attraverso i bandi del PNRR ed i restanti a carico di Alia.
L’obiettivo è fare di questo hub il punto di riferimento regionale per il riutilizzo delle materie tessili, quindi andare a rilanciare Prato come modello di economia circolare nello specifico settore che rappresenta l’identità produttiva della zona.
L’impianto di Alia rappresenterà una nuova filiera della raccolta differenziata dei rifiuti tessili attraverso numeri davvero enormi, pari a 34.000 tonnellate all’anno; l’essiccatore Gida avrà invece una capacità di trattamento di 10.000 tonnellate all’anno.
La parte tecnologica si concretizzerà in un nuovo impianto che impiegherà 50 persone, firmato da Tecnotessile, player che offre servizi al mondo produttivo basati sulla Ricerca&Sviluppo e l’attuazione del trasferimento tecnologico, nonchè l’applicazione di soluzioni innovative.