Secondo i dati diffusi in Occasione di Milano Unica, sono oltre 50.000 le aziende che compongono la filiera tessile, soprattutto piccole e piccolissime, che rappresentano però uno straordinario patrimonio di creatività che non deve essere perso, come accaduto con le 10000 aziende espulse della crisi in 5 anni. In questo contesto Milano Unica si è posta l’ambizioso obiettivo di essere un punto di riferimento per una qualificata platea di buyer internazionali e valorizzare al massimo il sistema industriale del Tessile-Abbigliamento italiano ed europeo.
I dati economici del comparto, all’interno del quale è necessario contestualizzare ogni attività, offrono segnali di incoraggiamento, pur nell’incertezza che caratterizza l’andamento complessivo dell’economia internazionale. Nel primo semestre del 2014, secondo quanto diffuso da ISTAT, la tessitura italiana ha evidenziato, complessivamente, un incremento della produzione pari al +7,6% (esclusi i tessuti a maglia), facendo molto meglio dell’industria tessile a monte nel suo complesso, che mostra un aumento pari al +4,8%. Un cambio di passo manifestatosi già a partire dal secondo trimestre del 2013, confermatosi anche nel due primi trimestri del 2014, che presentano una dinamica positiva sia nel periodo gennaio-marzo sia nell’aprile-giugno, in grado rispettivamente di registrare un +9% e un +6,2%. Analizzando il commercio con l’estero (i cui dati, al momento della redazione della Nota realizzata dal Centro Studi SMI, sono relativi al periodo gennaio-aprile 2014) si registrano dinamiche altrettanto favorevoli. In particolare, nei primi quattro mesi del 2014, l’export di tessuti italiani risulta in crescita del +4,2%, mentre l’import, tornato positivo già nel 2013, irrobustisce l’incremento al +7,5% nel periodo in esame. Un dato quest’ultimo che potrebbe anche segnalare una qualche ripresa della domanda interna.
A fronte dei sopra citati risultati, nel periodo gennaio-aprile 2014 il saldo commerciale della tessitura italiana raggiunge i 577 milioni di euro, in lieve miglioramento dunque rispetto al dato del corrispondente periodo del 2013.
Cresce a due cifre l’export dei tessuti a maglia
Guardando alle diverse merceologie, si rileva una crescita a due cifre per l’export dei tessuti a maglia (+14,8%); nel caso dei tessuti in lana, si riscontra un aumento del +4,1% per i pettinati e del +3,2% per i cardati. Mentre l’export dei tessuti linieri assiste a una variazione positiva del +6,1%, risultano, invece, ancora in calo le vendite estere dei tessuti di cotone, che flettono del -2,7%, come i tessuti in pura seta che cedono il -2,2%. Analizzando i flussi di export sotto il profilo geografico, da gennaio ad aprile 2014 le vendite di tessuti destinati alla UE28 mostrano un ritorno alla crescita nella misura del +8,2%, mentre le aree extra-UE non vanno oltre un -0,5%, con di fatto la sola eccezione positiva degli USA (+14,9%), mentre soffrono Cina (-10,2%), Hong Kong (-7%) e Turchia (-8,1%). La UE28 pesa per il 55,3% sul totale delle esportazioni e continua a essere il nostro mercato più importante. In Europa mostrano un risultato insoddisfacente solo la Germania (pur confermandosi primo mercato di sbocco dei tessuti italiani) che frena dello -0,6% e la Francia, terzo sbocco, che perde il -4%.