Tecnologie green per un tessile sostenibile

Tonello ha applicato la green label a molte macchine della sua gamma produttiva (modello G1 420HJ1)

Riprendiamo il discorso intrapreso sul numero di ottobre riguardo il progetto “Sustainable Technologies” promosso da Acimit allo scopo di valorizzare la ricerca tecnologica orientata alla sostenibilità e offrire agli acquirenti di macchine informazioni chiare, in grado di comparare le diverse proposte tecnologiche presenti sul mercato anche in rapporto al loro impatto ambientale. 


Nella dichiarazione del presidente di Acimit Sandro Salmoiraghi pubblicata sul numero di ottobre era evidente la soddisfazione dell’associazione per questa iniziativa a cui hanno aderito 34 imprese. Il progetto si concretizza nell’attribuzione alle macchine progettate in una logica di riduzione dell’impatto ambientale, di una etichetta verde che ne descrive e valorizza l’efficienza in termini di risparmio di risorse ed energia e di produzione di C02. L’etichetta Sustainable Technologies è un documento importante non solo in termini di comunicazione e marketing: il costruttore che partecipa all’iniziativa deve elaborare propri parametri di confronto e misurare i miglioramenti ambientali delle proprie macchine in base a logiche obiettive e documentate. In particolare è la quantità di emissioni equivalenti di anidride carbonica (Carbon Footprint – CFP) prodotte durante il funzionamento il parametro scelto per dare un’indicazione in merito alle emissioni di CO2 del macchinario oggetto del labelling.

A conferma della serietà del progetto, nei mesi scorsi, l’ente di certificazione Rina ha valutato un campione di sei aziende detentrici della green label per verificarne la validità. Il risultato è stato molto soddisfacente: tutte le aziende hanno superato la verifica ispettiva confermando la validità complessiva del progetto.

Nel precedente articolo abbiamo raccontato i casi di due imprese e le loro proposte green (Flainox e W R Reggiani). Ora è il turno di altri tre nomi importanti del meccano tessile italiano: Itema, Santoni e Tonello, tre aziende focalizzate su step diversi della filiera tessile (tessitura, maglieria, nobilitazione) ma unite dall’impegno per definire e offrire ai produttori tessili tecnologie eco compatibili.

Il Seamless sostenibile di Santoni

La SM8-TOP2 di Santoni, una macchina circolare elettronica per maglieria intima, esterna, da bagno, sportiva, sanitaria

Santoni ha legato il suo nome al seamless di cui è leader mondiale, tecnologia che consente di produrre capi senza cuciture quindi particolarmente confortevoli. Nata nel 1919, l’azienda è dalla fine degli anni ’80 parte del gruppo Lonati. «Dopo aver aderito al progetto ci siamo subito concentrati sulla tecnologia best seller della nostra produzione, la SM8-TOP2, una macchina circolare elettronica per maglieria intima, esterna, da bagno, sportiva, sanitaria – ci spiega Roberto Salari, responsabile del progetto Sustainable Technologies in Santoni –. Questa scelta ci ha permesso di testare la metodologia indicata dalla green label su una macchina rappresentativa consentendone poi di estendere l’approccio sulle altre tecnologie in produzione e di far conoscere la targa verde al maggior numero di clienti possibile. I parametri da noi identificati riguardano la potenza istallata, il consumo di elettricità, il consumo di aria compressa e di aspirazione non essendo previsti nel nostro processo produttivo utilizzo di acqua e di sostanze chimiche. Abbiamo attribuito particolare attenzione al parametro Carbon Footprint Primario (CFP) dato dall’ammontare delle emissioni di gas serra registrate in un determinato lasso di tempo e quantificate in tonnellate o chilogrammi. Il CFP delle nostre tecnologie è calcolato attraverso un tool informatico inserendo i dati richiesti delle macchine oggetto di misurazione. Questo ci permette ci tenere sotto controllo costantemente l‘impatto ambientale dei nostri prodotti monitorandone i progressi ottenuti nel corso della sperimentazione».

Santoni, che conta oggi oltre 600 addetti negli stabilimenti italiani e cinesi – quest’ultimo avviato per seguire da vicino i clienti asiatici – è ben decisa a estendere l’approccio avviato con la green label a tutta la produzione e sta ricercando soluzioni innovative anche per le componenti tecnologiche tradizionalmente utilizzate nella costruzione di macchine. «La ricerca e sviluppo è molto attiva in Santoni – precisa infatti Salari –. Stiamo verificando i vantaggi dati dall’adozione di compositi in tecno polimeri in sostituzione di leghe metalliche nelle parti strutturali delle macchine per renderle più versatili ed efficienti anche in termini ambientali».

Itema, telai green ma anche affidabili e ad alta produttività

Macchina per tessere a getto d’aria Itema A9500_190 per il denim

Itema aggrega brand storici del meccanotessile italiano che hanno sviluppato negli anni tecnologie specifiche e avanzate: Vamatex, Somet e Sulzer. Con un organico di 850 addetti, unità produttive e società commerciali e di assistenza clienti nelle aree più dinamiche dell’industria tessile mondiale e un fatturato 2011 di 220 milione di euro, rappresenta una voce di primaria importanza nello scenario internazionale.

«Gli ultimi due anni sono stati importanti per la nostra impresa – ci spiega Carlo Rogora, amministratore delegato del gruppo –. Anche noi abbiamo risentito della crisi globale che ha penalizzato il sistema tessile e di conseguenza i produttori di tecnologie. Non abbiamo però smesso di investire in Ricerca e Sviluppo consapevoli delle necessità di ottimizzare le esperienze specifiche sviluppate nelle diverse tipologie di macchine a tessere (aria, pinze, proiettile) garantendo ai nostri clienti impianti di alta qualità, affidabili e in grado di garantire ottimi rendimenti produttivi. Il tutto in un’ottica di attenzione al ciclo di vita dei nostri prodotti e all’impatto ambientale della loro attività. L’idea vincente è stata quella della massima semplificazione che ci ha portato a realizzare macchine con il 20% in meno di componenti tecniche. Questo ha significato maggior semplicità di funzionamento degli impianti e alleggerimento degli interventi di manutenzione. Questa strategia progettuale ha comportato anche riduzione dei consumi energetici, dell’aria compressa, degli oli e dei lubrificanti di processo. In altre parole i nuovi telai sono user-friendly, più versatili e facili da gestire, consumano meno energia e producono meno scarti. Un risultato tangibile che il mercato sta premiando e nato dall’incontro tra la nostra ricerca e gli obiettivi di sostenibilità ambientale espressi dal progetto Sustainable Technologies di Acimit». I telai Itema contrassegnati dalla green label sono il modello A9500 ad aria e R9500 a pinze.

Tecnologie per la moda sostenibile: Tonello

Tonello ha applicato la green label a molte macchine della sua gamma produttiva (modello G1 420HJ1)

Con trent’anni di esperienza maturata in tecnologie per il trattamento dei capi confezionati e più di 5500 macchine installate in tutto il mondo, Tonello rappresenta l’esempio di come si possa dare un contributo importante alla realizzazione di articoli fashion rispettosi dell’ambiente e della salute delle persone che li realizzano. Dopo le polemiche e l’indignazione internazionale per gli effetti tragici della sabbiatura del denim sulla salute dei lavoratori turchi e asiatici, è importante valorizzare le tecnologie che permettono di coniugare effetti moda, salute e sicurezza. «Già negli anni ‘80 la nostra azienda si misurava con le tematiche dello stone-wash offrendo lavatrici in grado di trattare i jeans per ottenere l’effetto “used” tanto richiesto dalla moda – ci racconta Alice Tonello responsabile marketing dell’azienda –. Abbiamo applicato la green label in molte macchine della nostra gamma produttiva, in particolare, questo ambizioso progetto ci ha permesso di sottolineare i vantaggi, in termini di consumi, che le tecnologie Tonello possono offrire. La ricerca svolta in questi anni ci ha consentito di mettere a punto soluzioni all’avanguardia come la macchina laser in grado di sublimare l’indaco realizzando disegni e “abrasioni” sul tessuto in pochi secondi, macchine a ozono per la decolorazione dei capi mediante questo gas, con pochissima acqua e senza alcuna sostanza chimica. Infine produciamo macchine da tintura con sistema jet in grado di tingere con rapporto bagno 1:3 e macchine sotto pressione per la tintura di capi in poliestere. Il risparmio energetico e idrico rappresenta la priorità della nostra ricerca applicata che contiamo di intensificare in stretta sinergia con i nostri clienti».

L’impegno di Acimit prosegue

I risultati ottenuti dal progetto Sustainable Technologies sono da ritenersi ampiamente soddisfacenti, assicurano da Acimit, non solo per l’adesione da parte dei costruttori di macchine e impianti ma anche per l’attenzione crescente riscontrata presso gli utilizzatori italiani e stranieri. Produrre tessuti e prodotti finiti in una logica di sostenibilità è possibile solo mediante una concreta alleanza tra i vari attori della filiera tessile, meccanica e chimica. È impensabile ottenere una riduzione dell’impatto ambientale senza disporre di tecnologie adeguate. Con la green label è stato segnato un significativo passo in avanti in questa direzione.

 di Aurora Magni, Technofashion, novembre 2012

 Leggi la prima parte dell’inchiesta.

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