ratifica CETA

Marino Vago, Presidente di SMI (Sistema Moda Italia), critica la possibilità che l’Italia non ratifichi il CETA, trattato di libero scambio con il Canada. In questo appoggia la posizione di Confindustria, il cui Presidente Vincenzo Boccia sostiene: «Se con il trattato di libero scambio si esporta di più, è di interesse nazionale. Secondo i dati, all’Italia conviene il CETA: siamo un Paese con un’alta vocazione all’export, attraverso l’export creiamo ricchezza».

Molte aziende associate a SMI si sono mostrate molto interessate all’eliminazione delle tariffe doganali, per le evidenti ricadute economiche positive per tutto il comparto. Vago ha dichiarato che «l’attività di export, soprattutto negli ultimi anni, è stata una leva fondamentale per le nostre aziende: ha evidenziato nuovi mercati e nuove potenzialità in mercati già aperti. L’export è una priorità per tutto il nostro settore, e non solo».

I dati a favore del CETA

«Non ratificare il CETA sarebbe un grave errore per il nostro Paese» prosegue Marino Vago. «Ad oggi il mercato Canadese non è uno dei primissimi nell’export di Tessile&Abbigliamento, ma le cifre sono chiare e molto eloquenti: l’export verso il Canada ammonta nel 2017 a 270 milioni di euro e rileva un + 10,6% rispetto al 2016. Questo dato evidenzia la grande attrattiva del made in Italy e l’interesse crescente dei consumatori canadesi per la moda italiana».

Il trattato sarebbe dunque un’opportunità di apertura per le nostre aziende e per il nostro Paese, che ha sempre trovato nell’export dell’Italian Way of Life un rilevante punto di forza e tratto distintivo.