Quali tracce lasciamo dietro di noi?

Ercole Botto Poala, dal 1997 amministratore delegato del lanificio
Ercole Botto Poala, dal 1997 amministratore delegato del lanificio Reda
Testo raccolto da Debora Ferrero (Technofashion, ottobre 2012)
 

Poche industrie sono energivore quanto lo è il tessile, che lungo tutta la sua filiera comporta lavorazioni altamente meccanizzate che per loro natura richiedono ingenti quantità di energia per funzionare. Non è quindi peregrino stimolare gli attori del settore su questo tema, che dati i costi dell’approvvigionamento energetico in Italia, va a incidere direttamente sulla competitività delle aziende sui mercati internazionali.

Oggi ci sono circa 600 milioni di persone che consumano energia che, data l’evoluzione di aree come l’Asia e il Sud America, stanno per  diventare due miliardi. Ma il mondo ha le risorse sufficienti per soddisfare questa richiesta di energia? Gli sprechi sono notevoli, le abitudini che si sono instaurate non saranno sostenibili, né dal punto di vista delle risorse disponibili né da quello dell’impatto sull’ambiente. La nostra azienda sta investendo da alcuni anni proprio in queste due direzioni e la conseguenza più importante è che, vista la continua riduzione della forbice dei costi della manodopera rispetto alle economie emergenti, si riesce a continuare a produrre in Italia.

Negli ultimi quattro anni abbiamo investito sei milioni di euro per tagliare consumi e impatto ambientale: abbiamo ottenuto la certificazione Emas che, anno dopo anno, costringe l’azienda a una continua ottimizzazione dei sistemi di produzione per ridurre l’assorbimento di energia; abbiamo installato un impianto fotovoltaico completamente integrato di circa 200 kWp sul tetto del suo stabilimento, che produce 215.000 kWh all’anno, permettendo un risparmio consistente sulla bolletta e una riduzione delle emissioni annue di CO2 di circa 116 tonnellate; infine, grazie a una nuova centrale termica che recupera il calore dei fumi di combustione delle caldaie, i consumi di metano si sono abbassati del 7,5% e altre 300 tonnellate di anidride carbonica  non vengono immesse nell’atmosfera ogni anno.

Ci consideriamo degli ospiti sulla Terra per cui pensiamo che tutti, imprenditori, lavoratori, cittadini, dovremmo prestare una grande attenzione a quali tracce, indelebili o meno, lasciamo dietro di noi. L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa ma deve acquistare quasi la totalità dei combustibili necessari a sostenere questo primato. Se vogliamo ridurre questa dipendenza, e i rispettivi costi, dobbiamo cercare delle alternative. Centrali idroelettriche? Termovalorizzatori? Nuove estrazioni da giacimenti nostrani? Oggi la via è ancora il petrolio, ma la progressiva diminuzione della sua produzione porterà a grandi tensioni, la prossima guerra mondiale potrebbe scoppiare proprio per appropriarsi delle risorse energetiche, perché l’energia sarà un lusso. Se vogliamo evitare questo conflitto, dobbiamo tutti impegnarci in una rivoluzione pacifica: quella che ci vede impegnati fin da ora a ridurre gli sprechi e a studiare sistemi e tecnologie sempre più rispettose, pulite e rinnovabili.

Classe 1971, dopo gli studi e l’esperienza internazionale Ercole Botto Poala entra in Reda, oggi giunta alla quarta generazione, e dal 1997 diventa amministratore delegato del lanificio. Fortemente legato al territorio, come i propri tessuti, crede nella necessità di un’azienda etica, attenta alla qualità del prodotto ma anche al rispetto dei rapporti umani, dell’ambiente e della tradizione