Preoccupa il taglio del 50% del diritto annuale alle Camere di Commercio

Riceviamo e pubblichiamo il commento di Andrea Fortolan, Presidente Camera di Commercio di Biella, a proposito della riduzione del 50% dei diritti annuali dovuti alle Camere di Commercio, voluta dal Governo Renzi, a partire dal 2015 (articolo 29 del decreto legge 24 giugno 2014).

“Dimezzare il costo di iscrizione annuale alla Camera di Commercio va nella direzione contraria alla ripresa perché a fronte di un piccolo risparmio, 50 euro per una piccola azienda, non si riuscirà più a fare nulla per la promozione economica di tutto il territorio. E il danno sarà molto maggiore rispetto al risparmio generato. Questo è ciò che penso del provvedimento preso dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 giugno nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione.

La forza del sistema camerale sta proprio in questo: prendere poco da tutti per costituire un patrimonio importante da investire sullo stesso territorio da cui si effettua il prelievo. E spenderlo per progetti e servizi che siano di reale utilità a tutti i soggetti che lì operano, vivono e prosperano. Per esemplificare la ricaduta che il provvedimento del Governo potrà avere sul Biellese, ecco ciò che da ora non sarebbe più possibile portare avanti.
I Progetti Integrati di Filiera e di Mercato, i due strumenti più importanti del Piano per l’Internazionalizzazione messo in piedi insieme alla Regione Piemonte, non potrebbero più essere sostenuti: la Camera di Commercio di Biella ha investito 300mila euro attirandone 600mila dalla Regione, per accompagnare ben 147 aziende locali (la maggior parte piccolissime) nel loro processo di esportazione e penetrazione verso i mercati stranieri, che da sole non avrebbero potuto affrontare. Sparirebbero poi tutti i bandi a supporto dei processi di innovazione e di ricerca delle aziende, come ad esempio gli ultimi due deliberati a favore delle imprese artigiane del settore legno e degli impiantisti per adeguarsi alle normative europee che impongono una serie di certificazioni, per i quali sono stati impegnati 40mila euro. O come il progetto per la tracciabilità della produzione tessile e la sua salubrità avviata con Unionfiliere e Tessile e Salute e che permette di ottenere un attestato sulla sicurezza delle lavorazioni e per i consumatori che è altamente spendibile sul mercato attuale e in quello futuro. Anche il marchio di qualità turistica “Ospitalità italiana”, a cui oggi si accede gratuitamente, si fermerebbe e i ristoranti, gli alberghi, gli agriturismi e i rifugi (sono 51 in tutto nel Biellese) che finora hanno beneficiato di questo riconoscimento e della vetrina che esso offre in tutta Italia e nel mondo, verrebbero privati di un consolidato strumento di promozione.
Il supporto ai confidi locali, che in questi anni di crisi sono stati fondamentali per l’accesso al credito delle piccole e medie aziende, negli ultimi cinque anni è stato di quasi 900 mila euro, ma in futuro potrebbe ammontare a zero. Così come non potrebbero più essere erogate le borse di studio e il supporto al polo universitario biellese che nel solo 2013 sono ammontati a 90 mila euro. Addio anche alla cordata di investimenti per la conca di Oropa, alla quale la Cciaa ha contribuito con quasi 100 mila euro.
L’ente camerale dovrebbe liquidare le proprie partecipazioni: da quella nell’Azienda Turistica Locale a Città Studi, a tutte quelle nelle società infrastrutturali sul territorio. Il tavolo di coordinamento del turismo, nato come protocollo tra gli enti istituzionali, verrebbe meno e con esso tutti i contributi (nel 2013 pari a oltre 100 mila euro) per sostenere gli eventi sportivi, culturali e promozionali che permettono al Biellese di essere attrattivo per i visitatori provenienti dal resto d’Italia e dall’estero. Senza dimenticare che, senza il contributo camerale, sarebbe in pericolo anche la presenza del Biellese all’Expo 2015, da tutti considerato un appuntamento irrinunciabile per promuovere le nostre eccellenze a una platea mondiale.
Verrebbe inoltre vanificato tutto il lavoro, portato avanti negli ultimi due anni, di convergenza operativa e di ottimizzazione dei costi tra le sedi camerali di Biella e Vercelli, un esperimento unico nel panorama italiano e a cui tutti guardano con interesse come esempio di efficienza. Con il dimezzamento del diritto annuale si va a ‘tagliare le gambe’ all’ultimo ente sul territorio biellese che può fare davvero promozione economica. Il quale spende qui i soldi che pagano le aziende e che non pesa per nulla sulla spesa dell’amministrazione centrale, non ricevendo nessun trasferimento dallo Stato. E’ questo che vogliamo?”