Macchine tessili: recupera nel 2010 l’indice degli ordini

    Crescono del 4% gli ordini di macchine tessili nel IV trimestre del 2010 (valore assoluto 159,4; base 2005 = 100), grazie all’incremento del 2% sui mercati esteri (valore assoluto 172,1) e del 28% sull’interno (127,8). Alla fine del IV trimestre 2010 Il portafoglio ordini indica un lavoro assicurato per 4,2 mesi, in linea con quanto evidenziato a settembre (4,5 mesi).

     Questo in sintesi quanto emerge dall’indice congiunturale trimestrale elaborato da ACIMIT, l’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinario per l’Industria Tessile, settore strategico per l’intera filiera industriale del tessile – abbigliamento.

     “L’andamento del IV trimestre – ha commentato il Presidente di Acimit, Sandro Salmoiraghi – conferma che il 2010 è stato un anno positivo; su base annuale l’indice degli ordini si posiziona infatti su livelli antecedenti il biennio 2008-2009, in particolare per quanto riguarda la raccolta realizzata sui mercati esteri. È in recupero, ma resta ancora deficitario rispetto a quanto osservato in periodo pre-crisi, invece, il livello dell’indice degli ordini interni”.

    La fase positiva del settore è testimoniata anche dall’aumento dell’utilizzo della capacità produttiva, con la percentuale di utilizzo cresciuta dal 64% del primo semestre al 71% del secondo semestre 2010.

     “Nella prima metà del 2011 – ha spiegato Salmoiraghi – è previsto un ulteriore incremento della capacità produttiva utilizzata, che si attesterà al 73%. Nonostante il recupero del settore, le aziende restano però prudenti nella realizzazione di nuovi investimenti. Per il primo trimestre del 2011, infatti, le previsioni degli ordini restano caute e disegnano uno scenario stazionario rispetto agli ultimi tre mesi 2010, sia sui mercati esteri che all’interno”.

     In termini di prezzi, la quasi totalità delle aziende del settore nel secondo semestre 2010 ha optato per una politica prudente, assecondando le richieste di un mercato in recupero, ma non ancora in grado di affrontare aumenti. Così l’81% delle aziende ha mantenuto prezzi stabili rispetto al semestre precedente. Un altro 14%, invece, ha ritoccato all’insù il proprio listino. Per la prima metà del 2011 risulta ancora elevata la quota delle aziende che prevede prezzi stabili (79%). Il 19%, invece, ritiene necessario addirittura operare un ridimensionamento dei medesimi.

     “In una fase di incertezza come quella attuale – conclude Salmoiraghi – occorre che le aziende possano fare affidamento su istituzioni come ICE, la cui riforma, al vaglio del Governo in questi giorni, potrebbe ridurne le risorse. Seguiamo con attenzione gli sviluppi della vicenda, preoccupati che il venir meno del sostegno dell’ICE al nostro settore possa pesare sulla spiccata propensione all’export dei costruttori italiani di macchine tessili”.