Macchine tessili: bene innovazione e internazionalizzazione, ora crescita dimensionale

Nel 2011 i costruttori meccanotessili italiani hanno messo a segno un ulteriore incremento dell’export. Nonostante la prepotente ascesa dell’industria meccanotessile cinese sui mercati mondiali e la tradizionale concorrenza di tedeschi e giapponesi, l’offerta italiana mantiene importanti quote di mercato. La forte spinta all’internazionalizzazione e all’innovazione ha permesso al meccanotessile italiano di restare leader del settore, nonostante le difficoltà congiunturali degli ultimi anni. E’ ciò che risulta dalla fotografia del settore scattata dall’Osservatorio Acimit, presentato nel corso dell’Assemblea dell’Associazione dei costruttori italiani di macchinario tessile, svoltasi lo scorso 29 maggio a Milano.
Le imprese italiane, anche nei recenti periodi di crisi, hanno dato segnali di forte dinamismo sia in termini di internazionalizzazione che sul fronte dell’innovazione. Pur con modeste risorse a disposizione, si è sviluppata una rete commerciale in grado di coprire numerosi mercati e si sono sperimentate forme di radicamento più incisivo, attraverso la costituzione di joint ventures con partner locali o la realizzazione di impianti produttivi in loco. Innalzare l’asticella dell’innovazione è risultato, poi, un imperativo anche per le aziende di minori dimensioni. L’attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, grazie soprattutto alla collaborazione con il singolo utilizzatore, ha permesso al meccanotessile italiano di sviluppare competenze anche in nuovi segmenti di mercato (si pensi ai rilevanti progressi fatti dai costruttori italiani nella tecnologia applicata ai tessili tecnici ed innovativi).
“Su internazionalizzazione e innovazione si giocherà la partita del futuro. – afferma Sandro Salmoiraghi, Presidente di Acimit – Radicarsi nei mercati più lontani, investire in progetti di internazionalizzazione a medio termine o in programmi di sviluppo di nuovi prodotti sono azioni che richiedono dimensioni maggiori rispetto a quelle che caratterizzano attualmente le imprese del settore e un cambio di passo, anche culturale”.

Il tema dello sviluppo dimensionale è stato anche al centro della tavola rotonda moderata dal giornalista Oscar Giannino sul tema “Le imprese meccanotessili al tempo della crisi: idee per tornare a crescere” cui hanno partecipato Gabriele Cappellini – Amministratore delegato del Fondo Italiano di Investimento, Gian Maria Gros-Pietro – Università LUISS, Paolo Piana – presidente di Sinterama, Michele Tronconi – presidente di Sistema Moda Italia.
Gli intervenuti hanno concordato sul fatto che la crisi europea attualmente in corso colpisce più che in quelle passate le piccole imprese. La mancanza di crescita e il peso crescente del fardello fiscale per le imprese minaccia la sopravvivenza dello stesso tessuto imprenditoriale. Meno vincoli da parte dello Stato, è opinione comune dei partecipanti la tavola rotonda, potrebbero liberare energie e rendere più efficiente l’intero sistema produttivo italiano.
Il richiamo del Presidente Salmoiraghi durante la sua relazione è proprio alla politica. “Non basta essere bravi come settore industriale, dobbiamo essere bravi anche come Sistema Paese, unendo tutte le forze del mondo produttivo. Occorre far sentire forte la nostra voce a chi ha assunto il compito di guidarci fuori dalla crisi: basta puntare tutto sulle tasse, create un Paese che riduca gli sprechi e che sia stimolato a investire. Vogliamo tornare a crescere e con lo sviluppo ridare a tutti una speranza: quella di un Paese migliore per l’impresa e per chi ci lavora”.
A chiusura dei lavori Vincenzo Boccia, Vice Presidente di Confindustria e Presidente di Piccola Industria ha ripreso il messaggio lanciato dal neo presidente di Confindustria Squinzi nei giorni scorsi, chiedendo un’Italia normale per delle imprese speciali, dove gli spechi siano soggetti a sanzioni.
Nel corso dell’Assemblea Acimit sono stati presentati anche i dati definitivi del settore per il 2011. Rispetto al 2010 si registra una crescita pari al 10%. Il valore della produzione è stato di 2,7 miliardi di euro (considerando anche il comparto delle macchine per la manutenzione del tessile), mentre le esportazioni hanno totalizzato un valore di 2,1 miliardi di euro.
Le esportazioni restano il driver principale del meccanotessile italiano. Il mercato cinese e quello indiano hanno acquistato macchinari italiani per un valore superiore a quello dell’anno precedente. Particolarmente dinamica si è mostrata la domanda tecnologica proveniente dalla Turchia.
Quanto alle previsioni per l’anno in corso le indicazioni fornite dall’indagine congiunturale Acimit si fermano al primo trimestre dell’anno, con l’indice degli ordini stazionario rispetto all’ultimo trimestre 2011. Esiste, tuttavia, un divario tra l’inaspettato incremento del mercato interno ed il lieve rallentamento che le aziende italiane hanno subito su quello estero. Per il secondo trimestre le indicazioni qualitative mostrano una stabilità per quanto attiene il mercato italiano. All’estero, invece, si nota una maggiore differenziazione delle risposte, a testimonianza della profonda incertezza del quadro congiunturale.