Incertezza dei mercati e vincoli alla competitività: la risposta delle aziende comasche

    Si è tenuto ieri a Como, presso la sede di Via Castelnuovo, l’appuntamento con l’“Osservatorio Distretto Tessile di Como”, l’incontro periodico organizzato dal Centro Tessile Serico come contributo alla riflessione su tematiche di interesse per il distretto tessile comasco.

    Nel dettaglio, ecco i dati presentati nella prima parte dell’incontro.

    In continuità con le precedenti edizioni dell’Osservatorio, l’analisi dei bilanci di un campione di 138 aziende tessili comasche particolarmente rappresentative del distretto – analisi svolta quest’anno dal Centro Studi di Sistema Moda Italia – ha permesso di mettere a sistema, a livello territoriale, i risultati raggiunti durante il 2010, consentendo una valutazione più puntuale delle scelte gestionali operate.

    Lasciata alle spalle la crisi del 2009, il fatturato torna a crescere complessivamente del +11,5%. Al di là del “rimbalzo” evidenziato dalle torciture (+33% circa), hanno performato meglio della media le tinto-stamperie (+14%) e i converter (+16%), mentre le tessiture non crescono oltre il +6,6%. Il risultato meno brillante ha comunque interessato le aziende verticalizzate, il cui recupero si è arrestato al +5,1%. Analizzando invece il dato per classe di fatturato, best perfomer sono risultate le aziende della fascia tra i 10 e i 15 milioni di euro, ripartite con un +17,5%.

    Secondo l’analisi dei conti economici, le imprese con margini operativi positivi risultano pari al 77,5% del campione (nel 2009 erano il 70,3%).

    La redditività torna positiva, con un ROI (che, si ricorda, misura la remunerazione del capitale investito nella gestione caratteristica dell’azienda) mediamente pari al 2,4%. Il ROI più elevato (6,9%) tocca i converter (meno capitalizzati).

    Ai 40 milioni di perdita accusati nel 2009 dal complesso delle aziende a campione, fa seguito un utile complessivo di 2,2 milioni: del resto si assiste ad una drastica contrazione delle aziende in perdita. Se nel 2009 rappresentavano il 62% circa del campione, nel 2010 solo il 44, 2% ha chiuso in perdita mentre il 55,8% ha chiuso il bilancio in utile. Anche il ROE (che, si ricorda, misura la remunerazione dell’equity, quindi del capitale proprio investito nell’azienda) torna complessivamente positivo, ma resta “schiacciato” verso il basso (0,3%). Anche in tal caso, le migliori evidenze interessano i converter (ROE pari al 10%).

    Con riferimento al credito bancario, per le imprese a campione, il 65% dell’esposizione bancaria totale è costituita da debiti verso le banche a breve termine (esigibili entro l’esercizio successivo). Nel pre-crisi, tale percentuale risultava più equilibrata: ad esempio, nel 2007 la quota dei debiti di medio-lungo periodo risultava pari al 47%. Nel 2010, peraltro, i debiti di medio-lungo termine hanno sperimentato una contrazione del -15,5% rispetto al2009, afronte di un recupero del +4,1% evidenziato dai debiti verso le banche di breve termine.             

    Venendo all’analisi della liquidità aziendale, il capitale circolante netto (da intendersi come differenza tra attivo e passivo corrente) risulta positivo e, proprio nel2010, haevidenziato un recupero del +1,8% rispetto al 2009.

    Con riferimento alla prima parte del 2011, come per il resto del Tessile-Abbigliamento nazionale, si evidenzia una prosecuzione della congiuntura favorevole: l’export tessile della provincia di Como è cresciuto del +7,1% nel corso del primo semestre raggiungendo 447 milioni di euro, quello di prodotti finiti (abbigliamento) ha assistito ad un incremento del +30,9%.       

    Nella seconda parte dell’incontro è stata analizzata la situazione italiana in materia di approvvigionamento delle fonti energetiche e sono state approfondite le sempre più pesanti problematiche che le aziende italiane devono affrontare, operando un confronto con la realtà europea. Dopo l’intervento di Michele Tronconi, prima Massimo Beccarello (Vice Direttore Politiche per lo Sviluppo, Energia e Ambiente di Confindustria) e poi Andrea Ferrazzi (Consigliere Incaricato SMI con delega per l’Energia) hanno illustrato la strategia di SMI verso le Autorità competenti italiane ed europee e le prospettive di azione che potranno essere attuate nel breve-medio termine al fine di migliorare la situazione, principalmente in ambito fiscale (accise, oneri aggiuntivi), per le imprese del settore Tessile-Abbigliamento.