E se fosse il piede ad essere “su misura”?

Dal direttore tecnico della nostra rivista gemella Tecnica Calzaturiera arriva una riflessione che può adattarsi anche al mondo del tessile-abbigliamento.

Voi cosa ne pensate?

Ci sono notizie che vanno dritte al cuore delle nostre certezze e ci obbligano a ripensare gli insegnamenti e le esperienze di una vita. Avevo capito, e ne ero convinto, che una scarpa dovesse essere bella e funzionale, in grado di contenere il piede e consentire, per quanto possibile, il massimo comfort alla persona.

Sono rimasto confuso quando ho letto la notizia che negli USA si sta diffondendo la moda di ricorrere al bisturi se le scarpe fanno male. Tacchi alti e platò obbligano il piede a curve innaturali e finiscono per metterlo a dura prova. Per questo hanno predisposto soluzioni “chiavi in mano” per indossare le scarpette del desiderio senza più temere lancinanti dolori ogni volta che la pianta del piede posa sul marciapiede.

Il New York Times ha puntato i riflettori su una pratica a prima vista futile e crudele, evocatrice di tempi e luoghi lontani e della pratica del Loto d’Oro, quando alle bimbe cinesi venivano legati i piedi, deformandoli artificialmente in nome di un arcano concetto di estetica e di rango sociale.

Ed hanno trovato anche una giustificazione pratica oltre che morale. Un podiatra che va per la maggiore ha infatti dichiarato che: «Le pazienti arrivano da me con le scarpe che vorrebbero indossare. In apparenza sembra una vanità. Finché non ti accorgi che una donna ha bisogno di sentirsi sicura. Certe scarpe sono uno status symbol e indossarle aiuta a creare fiducia in se stesse, a patto che non facciano male».

Nel catalogo ha diversi tipi di intervento come: “la procedura Cenerentola” o il “10 perfetto” che prevede la riduzione estetica della lunghezza del dito, per finire con il “cuscinetto podale” che prevede l’inserimento di un cuscinetto di grasso per alleviare il dolore del camminare con i tacchi alti.

Ma ci sono anche chirurghi a cui ricorrere quando l’uso di calzature troppo alla moda ha portato a deformare i piedi delle moderne “Loto d’Oro”, dove si va per curare l’”High Foot Heel”, un difetto del piede che deriva dall’aver portato troppo a lungo scarpe a stiletto.

Con buona pace di tutti, aggiungo io, in un circolo virtuoso che facilita il compito di chi fabbrica calzature e crea posti di lavoro in settori correlati, come appunto quello della chirurgia estetica.

E visto che ci siamo, potremmo approfittarne per definire normative internazionali che stabiliscano i parametri di riferimento di piedi e calzature. Eviteremmo i tanti problemi che ogni giorno dobbiamo affrontare in fase di progettazione e ingegnerizzazione.

Ho un solo dubbio. Accetteranno le donne questa standardizzazione o vorranno continuare a passare dalle infradito alle ballerine e dalle sneakers al tacco alto? Dovremo forse pensare a piedi intercambiabili adatti a calzature tipo pensate per le diverse occasioni?

Staremo a vedere. Solo che noi avevamo capito che i piedi non si cambiano e che sono le scarpe a doversi adattare sia ai piedi che alle situazioni. Lo avevamo capito e ne siamo talmente convinti che continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto“.

di Daniele Del Grande, direttore tecnico di Tecnica Calzaturiera